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Romagnoli
Non era assolutamente scontato ripetersi per tutta la Lazio nella delicata trasferta di Monza: è vero, come dice Baroni, che tre partite in una settimana le giocano tutti e che le rotazioni permettono di dare fiato e spazio a tutti, ma l'intensa prova contro il Porto di giovedì sera dopo la vittoria maturata nel finale contro il Cagliari appena una settimana fa potevano porre qualche interrogativo sulla condizione atletica dei biancocelesti.
Chi si è certamente ripetuto e lo ha fatto in maniera autorevole è stato Alessio Romagnoli: qualche gol subìto di troppo e alcune sbavature del reparto difensivo avevano messo in dubbio la solidità difensiva della sua Lazio, in grado di comandare spesso l'avversario ma non sempre di farlo senza subire difensivamente parlando.
Togliendo l'Europa League, dove le due trasferte hanno regalato ai biancocelesti sei punti, cinque gol fatti e zero subìti, solo contro il Genoa era riuscita la squadra di Baroni a mantenere la porta inviolata, quando un Grifone martoriato dalle assenze si era affacciato al Roma con bei difensori nominali nell'undici iniziale scelto da Gilardino.
Ieri, davanti al suo idolo Alessandro Nesta, Romagnoli ha condotto una prova eccellente, dando sfogo a Djuric e compagnia per tutta la partita, rimanendo sempre ben concentrato e lucido, soprattutto nei contrasti aerei e sulle seconde palle, qualcosa che sembrava aver smarrito nell'ultimo periodo. E' risultato impeccabile su ogni pallone respinto, dando la netta sensazione di non aver sbagliato veramente un pallone giocato.
Serviva riconfermarsi, come avevamo scritto nei giorni precedenti: aggiungere solidità difensiva ad una squadra che macina gioco ed occasioni da gol non vuol dire solo maturare come collettivo, ma togliere preoccupazioni laddove non arriveranno sempre i gol e lo spettacolo. E il numero 13 biancoceleste, in un'assoluta masterclass difensiva in quel di Monza, ne ha tolte parecchie di preoccupazioni.
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