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Milinkovic
Prima la bocciatura dopo l'Inter, poi la panchina contro il Sassuolo e, infine, la prestazione deludente contro il Milan. Sergej Milinkovic-Savic è finito sul banco degli imputati, a tal punto da doversi difendere con un post in cui ha reagito ai rimproveri. "Indosso questa maglia dal 2015 e ho sempre cercato di dare il massimo. E così farò ancora" - recita il messaggio del Sergente biancoceleste, la scorsa domenica. Il serbo si è sentito chiamato in causa da Sarri nel confronto tra allenatore e giocatori, così come Lotito esorta a ritrovare uno spirito di gruppo che s'è perso. E il riferimento non può che essere nei confronti di chi potrebbe essere sul piede di partire e lasciare la Lazio in estate.
Un'atmosfera che non ha gradito Mateja Kezman, l'agente del calciatore, che si è espresso condannando le critiche a suo avviso troppo severe nei confronti del proprio assistito. "C’è chi usa parole troppo forti per discutere Milinkovic e la sua forma, sono nemici della Lazio. E’ una vergogna, si prova a creare problemi dentro al gruppo e a indebolire la squadra. E’ vero che Sergej non sta vivendo il suo momento migliore, ma in 8 anni non è quasi mai stato al di sotto del suo livello. Può anche vivere qualche brutta settimana, è solo un uomo e nella sua vita privata può avere degli up and down" - afferma l'agente del serbo. "Sta lavorando al massimo in questi giorni per ritrovare la sua forma migliore e “morire” per la maglia della Lazio in questi ultimi 4 match. Lo fa per aiutare il club a raggiungere il fantastico traguardo della Champions".
Toccati dalle critiche, Kezman non transige: "Nessuno ha il diritto di giudicare l’atteggiamento di Sergej, la sua lealtà, e di dubitare sul suo amore per la Lazio perché ha dimostrato in tutti questi anni, in ogni singolo giorno, di essere un guerriero laziale, il Sergente. E’ molto poco carino per lui e per me sentire ogni giorno storie, da quelle persone che ho menzionato prima, riguardanti il suo contratto, il futuro, ecc..". A riportarlo è il Corriere dello Sport.
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