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Isaksen
Tra i volti nuovi in casa Lazio c'è Gustav Isaksen, il talento danese che ha stregato i biancocelesti in occasione della sfida d'Europa League contro il Midtjylland. Conclusa una grande stagione in Danimarca è arrivata la chiamata della Lazio e Gustav ha raccontato ai canali ufficiali del suo vecchio club come ha vissuto il suo passaggio in biancoceleste, a partire dai primi interessamenti.
“Lo ricordo come un periodo difficile. C'erano molte partite, quindi dovevo esibirmi mentre le voci sul mio trasferimento si diffondevano. Pensavo sinceramente di poterlo ignorare ma non riuscivo a esprimermi in campo e non ero al cento per cento” - racconta Isaksen - “Penso che in modo inconscio, si sia insinuato sotto la mia pelle, nonostante facessi tutto il possibile per evitare che accadesse. Può capitare che la tua intera vita cambi da un giorno all'altro, quindi significa davvero molto. Non l'avevo mai provato prima, quindi non sapevo come avrei reagito. Avevo sempre pensato che non sarebbe stato un problema e che avrei continuato a segnare molti gol, ma alla fine ha avuto un impatto su di me”.
Senza essere a conoscenza della trattativa con la Lazio il danese si aggrega alla squadra in partenza verso Lussemburgo per giocare il preliminare di Conference League. “Tutto inizia già in aeroporto, mentre stiamo viaggiando. Claus Steinlein (presidente del Midtjylland, ndr) mi dice che le cose cominciano ad avere riscontri positivi e che potrebbe succedere qualcosa presto, ma anche che devo rimanere calmo. Nella mia testa penso: 'Va bene'. La sera, non so ancora bene cosa succederà. Resto calmo e vado a dormire. Ci sono molte voci sui media, ma nulla è confermato ancora. Il giorno della partita, la mattina presto, Steinlein mi scrive chiedendo se può venire a parlare con me nella mia stanza d'albergo. Mi dice che l'accordo con la Lazio sta per concretizzarsi e si è deciso che non giocherò quella sera. Poi parlo con il mio agente e due giorni dopo parto per Roma”.
Tutto si è svolto in maniera frenetica: “Quando siamo tornati dal Lussemburgo, mi è stato detto abbastanza rapidamente quando avrei fatto le visite mediche. Ho avuto giusto il tempo di fare le valigie e ho scritto alla mia ragazza chiedendole se poteva prendersi una pausa e viaggiare con me. Ho salutato tutti i compagni di squadra e gli allenatori. Sono contento del modo in cui è andata, senza sparire improvvisamente”.
Così Gustav si prepara per viaggiare in direzione Roma. “Mentre siamo sull'aereo in viaggio là, il mio agente mi dice che se qualcuno vuole intervistarmi o chiedermi qualcosa, devo solo dire "no comment". La trattativa non era ancora stata annunciata, e dovevo anche passare attraverso un check-up medico. Neanche lui sapeva cosa aspettarsi in aeroporto. Quando atterriamo mi mettono una sciarpa della Lazio intorno al collo e devo fare un video per le piattaforme del club. Non riusciamo ad attenerci al piano (ride ndr), finiamo per ridere e speriamo soltanto di superare le visite mediche”.
I tifosi biancocelesti gli hanno riservato un'accoglienza che è davvero stata sorprendente. “Non avevo idea di essere accolto in quel modo, è stato fantastico. Non potevo immaginare un modo migliore: sentire che c'è qualcuno felice che tu arrivi. È stata un'esperienza fantastica sia per me che per la mia famiglia”.
Da lì parte ufficialmente l'esperienza di Isaksen in biancoceleste, al primo incontro con i nuovi compagni e con Maurizio Sarri. “Ho parlato con Maurizio Sarri il giorno in cui sono arrivato. Non sapevo se parlasse inglese, ma fortunatamente sì. È stato gentile ad accogliermi, mi ha dato il benvenuto e già il giorno dopo aver superato il check-up medico, abbiamo iniziato a lavorare sulla tattica”. Accoglienza bellissima anche con i compagni: “Si sentono molte storie su come possa essere un trasferimento all'estero, sul fatto che i compagni di squadra non vogliano farti integrare. Una sensazione che non ho mai provato. Il mio più grande contendente, Felipe Anderson, è diventato uno dei miei migliori amici, e mi aiuta sia tatticamente che fuori dal campo. È bello sapere che persone così importanti sono anche buone persone”.
Il biglietto da visita resta la gara della passata stagione in cui la Lazio ammirò da vicino il talento del giovane 22enne: “Tutti ricordano quella partita giocata in Danimarca. È stato bello che la gente sapesse chi fossi quando sono arrivato. Sapevano che potevo fare qualcosa, quindi forse mi ha dato un piccolo vantaggio fin dall'inizio. Vediamo se va allo stesso modo se ci incontriamo di nuovo (ride ndr)” - conclude Isaksen.
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