L'allenatore della Lazio, Simone Inzaghi, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla vigilia di Sassuolo-Lazio ai microfoni di Lazio Style Channel. A seguire le sue principali parole:
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Inzaghi: “Stagione estenuante. Onoreremo il campionato, Immobile ha la febbre”
L'allenatore della Lazio, Simone Inzaghi, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla vigilia di Sassuolo-Lazio ai microfoni di Lazio Style Channel
"Abbiamo affrontato una stagione anomala, giocando due stagioni in una. Un campionato estenuante, la chiudiamo in Europa per il quinto anno consecutivo. Ma è stata un'ottima stagione. Le vittorie che ricordo con più piacere sono con Roma e Milan ma se ne devo dire una dico quella con il Borussia Dortmund. Al ritorno in Champions dopo tredici anni. Abbiamo fatto una grandissima gara, sapevamo la loro forza e infatti sono arrivati ai quarti giocandosela alla pari con il City. Avremmo delle defezioni domani. Non ci saranno gli squalificati ma anche Milinkovic. Abbiamo problemi con Immobile che ha la febbre, faremo la nostra partita onorando il campionato come abbiamo sempre fatto e dimostrato nelle ultime partite". Nessuna domanda, invece, sul futuro, segno del fatto che l'argomento spinoso non vuole essere toccato. Già ma quale sarà il futuro del tecnico piacentino?
Inzaghi, futuro in bilico
E' davvero finito il ciclo di Inzaghi? Se ne saprà di più nelle prossime settimane. Intanto, c'è un ultimo impegno da onorare, contro il Sassuolo, per mandare agli archivi quest'annata. In estate verranno prese tutte le decisioni del caso: sarà rinnovamento o rivoluzione? Chissà. Contro il Torino si è vista una squadra che ha provato di tutto per cercare di vincere, contro un avversario che ancora una volta (soprattutto da parte del presidente) si è rivelato fuori luogo e poco sportivo. Come accennato è presto per dirlo: andranno fatte valutazioni più attente. Su ciò che è andato e su ciò che non è andato. Come spiegato dallo stesso Inzaghi nelle ultime interviste. Chiaro che la stagione non è tutta da buttare, tra sesto posto netto e ottavi di Champions dopo venti anni, qualcosa si è fatto. Ma ovviamente sono stati tanti anche gli errori, da un brutto girone di andata alle tante sconfitte negli scontri diretti, con la capacità di non sapere pareggiare per una squadra che vuole andare in Champions. Undici sconfitte sono tante, troppe. Bastava invertire con il numero di pareggi. Prendere esempio dal Torino, capace di imporre ai laziali il segno "X" dopo più di venti gare.
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