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Lazio Amarcord: l’accoglienza del popolo laziale a quattro grandi ex

Amarcord

In passato, i tifosi hanno riservato un trattamento differente ad alcuni tecnici che si sono distinti sulla panchina della Lazio.

redazionecittaceleste

A volte ritornano. Nella storia della Lazio ci sono figure di primaria importanza che hanno scritto pagine importanti. Simone Inzaghi è una di loro. Domani sera l’ex centravanti del secondo scudetto tornerà all’Olimpico per guidare l’Inter. L’accoglienza dei tifosi della Lazio - almeno quelli che ci sono sempre, e vanno ovunque - sarà affettuosa; non si cancellano con un colpo di spugna ventidue anni di successi, di passione, di appartenenza. Nella storia della Lazio ci sono stati altri ritorni significativi di allenatori che avevano guidato la squadra biancoceleste. Fulvio Bernardini, Luigi Simoni, Eugenio Fascetti e Roberto Mancini hanno allenato in tempi e situazioni differenti; il tifoso laziale non sempre ha riabbracciato gli ex allenatori, talvolta ha riservato loro applausi di gratitudine.

Il primo grande ritorno all’Olimpico fu quello di Fulvio Bernardini, nel gennaio del 1964. Bernardini è stato il primo tecnico laziale a vincere un trofeo. La Coppa Italia del 1958 alzata al cielo dal capitano Bob Lovati é stata - fino allo scudetto del 1974 - l’impresa sportiva più grande della storia della Lazio. Il rapporto tra Bernardini e il club biancoceleste si interruppe nel 1960 in maniera traumatica: l’esonero. Ma il ritorno di Bernardini all’Olimpico, alla guida del Bologna, venne salutato con grandi applausi dal popolo laziale. Nessuna passerella sotto la Curva, e nessuno striscione: altri tempi, altri costumi, altro tifo.

L’accoglienza dei sostenitori biancocelesti non sempre ha celebrato allenatori vincenti. Quello di Gigi Simoni fu un ritorno clamoroso, con festeggiamenti sotto la curva e sciarpe al collo per il diretto interessato. Simoni allenò la Lazio soltanto per una stagione - 1985-86 - nove mesi di sofferenza per la squadra, nove mesi drammatici dal punto di vista societario. La Lazio di Gigi Simoni avrebbe dovuto centrare un’immediata promozione in Serie A, ma alla fine si salvò soltanto alla penultima giornata di campionato, a Catanzaro. Ma il lavoro dell’allenatore di Crevalcore fu ugualmente apprezzato, e al suo ritorno a Roma ebbe un’accoglienza da trionfatore.

L’accoglienza più grande che si ricordi in casa Lazio, fu riservata a Eugenio Fascetti. Il tecnico viareggino scrisse uno dei capitoli leggendari della storia biancoceleste: la sua non era soltanto una squadra, era una banda. La banda del - 9. Fascetti salvò la Lazio e - l’anno successivo - ebbe il merito di riportarla in Serie A. I dissapori con la dirigenza lo allontanarono da Roma, ma quando tornò all’Olimpico, alla guida del Verona, venne celebrato come un condottiero romano. Il popolo laziale non fu altrettanto cortese con Roberto Mancini, passato dalla Lazio all’Inter in uno dei momenti più delicati del club laziale: per l’attuale ct della Nazionale - al suo ritorno - furono soltanto fischi, nonostante la vittoria della Coppa Italia conseguita pochi mesi prima.

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