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Immobile e la Lazio, un amore da leggenda. Grazie per sempre Ciro

Immobile
Si chiude un'era, se ne va un pezzo di storia. Immobile lascia la Lazio ma rimarrà in eterno nell'Olimpo biancoceleste: 207 volte grazie
Michele Cerrotta

Abbiamo visto giocare Ciro Immobile con la maglia della Lazio. E, forse, non ce ne siamo mai davvero resi conto. Sarà il tempo a fissare nell’eternità la straordinarietà degli ultimi otto anni, quella che già ora raccontano numeri di un altro pianeta. Duecentosette gol con la maglia della Lazio, cinquantaquattro assist, trecentoquaranta partite disputate. Immobile e la Lazio, un binomio inscindibile dissolto solo da quel tempo tiranno che scorre inesorabile senza lasciare scampo.

Abbiamo visto giocare Ciro Immobile con la maglia della Lazio. E la scintilla è scoccata subito, sin dal suo arrivo in quel lontano 27 luglio 2016, senza immaginare quello che sarebbe stato poi. Un ciclo fatto di trofei, due Supercoppa e una Coppa Italia, ma soprattutto di tanti e incredibili sogni. Come quella Scarpa d’Oro che tutti sentiamo un po’ anche nostra. E soprattutto come quella splendida ma sfortunata cavalcata che per la prima volta dopo vent’anni ha fatto credere a ogni tifoso della Lazio che qualcosa fosse cambiato, che lo scudetto fosse di nuovo possibile.

Abbiamo visto giocare Ciro Immobile con la maglia della Lazio. E siamo stati tutti una cosa sola, nei successi prima e nelle difficoltà degli ultimi due anni poi. Perché Ciro Immobile è stato la Lazio, la sua immagine più bella e rappresentativa. Lontano dal paradigma del calciatore moderno, ha fatto innamorare i più piccoli che con lui sono cresciuti, ma ha anche riportato i più grandi indietro nel tempo, fino a fare paragoni che un tempo sembravano sacrileghi. La Lazio resta, i calciatori passano ma Immobile no. Lui resterà, in eterno. Perché tutti, in fondo, siamo quel ragazzo che tra le lacrime e i singhiozzi si aggrappa per l’ultima volta all’idolo d’infanzia che vola via insieme a Ciro su un aereo per la Turchia. “Sei il numero uno, grazie tutto”. Grazie davvero Ciro, duecentosette volte e anzi di più.