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ROMA - Che la Lazio e i laziali non fossero simpatici ai più non è una novità. Quando c'è da sottolineare una mancanza o acuire una polemica i media sono i primi a sfregarsi le mani per affossare il club biancoceleste. Nel momento in cui sarebbe il caso di elogiare la Lazio, invece, ecco che incomprensibilmente si fanno orecchie da mercante. Il Lazio Clan Latina non ha voluto far passare liscia l'uscita infelice del regista Pupi Avati su un suo libro.
Di seguito il post su Facebook che chiarisce nei dettagli la vicenda:
"Il regista Pupi Avati, che da un po' si diletta a scrivere romanzi, ha pensato bene di inserire questi due pensieri sul laziale (di merda, che in quanto tale fa figure del cazzo) nel suo ultimo romanzo "L'archivio del Diavolo", sorta di seguito del precedente "Il signor Diavolo". Avati avrebbe gioco facile nel difendersi affermando che questi due pensieri non sono suoi, ci mancherebbe, ma che ha voluto metterli in bocca ai due personaggi per esigenze di trama. Peccato però che non ci troviamo davanti ad un romanzo dove si parla di tifosi che si scontrano e si odiano (in tal caso due concetti del genere affermati da un romanista come da un ultras che odia la Lazio sarebbero normali, magari ci avrebbero irritato lo stesso ma avremmo capito e di conseguenza accettato), ma ci troviamo di fronte ad un horror, un libro che parla di sovrannaturale, ambientato nel Veneto del 1953, dove per far comprendere al lettore che uno dei due protagonisti, tale Furio Momentè, è una merda d'uomo che fa figure del cazzo, bastava scrivere appunto così, senza aggiungere quel "laziale" che nulla c'entra con la vicenda. La specificazione quindi appare chiaramente gratuita, inserita solo per sfregio, oltre che totalmente ininfluente, dato che dei due uscieri del Ministero che tali giudizi esprimono su Furio Momentè mai si è parlato prima di quella pagina e mai più se ne parlerà dopo. Insomma, appaiono e scompaiono nella storia, sembra quasi solo per insultare il laziale e basta. La pagina risulta stonata nel contesto, come se si mettesse una inutile scena di sesso in un film Disney per bambini. Avati, insomma, lo fa chiaramente apposta, solo per ferire. Lui che si dichiara tifoso del Bologna, poi del Crotone, oltre ad esprimere una certa simpatia per la Lazio in una intervista ritrovata su Internet (immaginiamo se gli eravamo antipatici che scriveva!). Ora io dico di rispondere, di farci sentire, di inondare il suo sito e quello della casa editrice Solferino, chiedendo quantomeno che tale scenetta non venga riportata nel film che sicuramente verrà tratto dal romanzo (del precedente, "Il signor Diavolo", c'è stata la trasposizione cinematografica, per cui è molto probabile che vi sia anche di questo). Vediamo come rispondono, lui e la casa editrice, e se non ci soddisfa ricordiamoci che abbiamo un'arma tremenda in mano per boicottare libro e film: dato che è un giallo, riveleremo il finale, che io ovviamente conosco, dato che ho letto il libro. Purtroppo".
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