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Guendouzi: “Lazio, qui sto bene. Sarri, Tudor e Dybala: vi spiego. E Greenwood…”

Guendouzi
Lunghissima intervista del calciatore francese che si racconta a tutto tondo: il periodo a Formello, il passato e il futuro. Poi la nazionale
Stefania Palminteri Redattore 

Lunga intervista ai microfoni di FreeFoot per Matteo Guendouzi. Il calciatore biancoceleste si racconta: dal suo arrivo alla Lazio fino alle esperienze vissute a Formello, senza dimenticare ovviamente la nazionale. Queste le sue parole: “L’obiettivo è migliorare e fare qualcosa di importante con la Lazio per portare a casa un trofeo. Facciamo tutto quello che possiamo in questa stagione perché abbiamo una grande squadra, sono sicuro che possiamo fare cose bellissime.

Quando sono arrivato alla Lazio e ho firmato il contratto, all’aeroporto c’erano migliaia di supporter che mi aspettavano. Questo mi ha scaldato il cuore e mi ha dato voglia di battermi per loro. La mia personalità si concilia con i tifosi. C’è un pubblico con una bella energia e entusiasmo che vive per il club e che ci è sempre vicino, anche quando i momenti non sono dei migliori ci danno sempre forza e entusiasmo. Sai che puoi contare su di loro. Anche quando andiamo in trasferta il settore ospiti è sempre pieno. Da quando sono arrivato c’è una bella atmosfera, abbiamo potuto constatarlo anche quest’anno dall’inizio della stagione. Anche nel match contro il Milan c’era una bellissima cornice di pubblico.

Sarri? Apprezzo molto il suo stile perché devi sempre avere possesso palla e fare giocate, attaccare forte in porta verso l’obiettivo. Ho fatto molti progressi a livello tattico con lui e poi è tornato Igor Tudor. Il suo non è il calcio che amo di più, ma bisogna adattarsi a qualsiasi sistema di gioco. Sicuramente non è stato un momento troppo felice. Il derby è veramente molto importante per tutti, per la società e per tutti quelli che amano la Lazio. C’è un’atmosfera che raramente ho vissuto e ho cercato di fare del mio meglio giocando gare importanti che non ho mai disputato in Francia e in Inghilterra. Questo derby va oltre in termini di entusiasmo anche sul terreno di gioco. Voler vincere questa guerra, perché è chiaro che sia così, ma tu lo fai per tutte le persone che amano questo club.

Ci sono anche delle cose che si possono dire sul campo perché l’arbitro non ha visto azioni, per situazioni un po’ particolari, ci possono essere molte emozioni come l’adrenalina del match che si riversano in campo ma fanno parte della personalità dei giocatori. Comunque io darò sempre tutto per il mio club e per me perché è la cosa più importante. Dybala, cosa è successo? Mi ha dato un colpo, poi ha visto che stavano vincendo e si è un po’ allargato. Non mi è piaciuto e gli ho messo le mani al viso. Non sono cose che vanno fatte, ma lui ne ha approfittato per mostrarmi il suo proteggi tibia che per lui era sinonimo di vittoria con l’Argentina campione del Mondo. Questo però è il derby e poco importa chi hai di fronte. Io mi batterò sempre.

La mia esultanza? Mi piace molto, mi piace farlo anche in trasferta perché ci sono atmosfere caldissime ed è un modo per raffreddare lo stadio. Mi ricordo che l’ho fatto con Nuno Tavares quando lui ha segnato contro il Nizza e quindi è un po’ fare l’occhiolino al pubblico avversario. La Nazionale è un obiettivo, spero sempre di essere tra i convocati perché faccio il massimo. È un sogno che avevo sin da bambino, adesso che ci ho giocato lo è ancor di più. Mi ha fatto enormemente piacere tornare contro il Belgio. Gioco per vivere questi momenti, di provare che sono capace di fare queste cose sul campo e quando il selezionatore di chiama e ti dà l’opportunità di giocare bisogna sempre rispondere presente. Ho fiducia in me stesso e se continuo a fare belle prestazioni so che posso avere delle chance. Già da quando ero più giovane ho giocato buoni match, quando ero al PSG.

Il Marsiglia è una bella squadra con un buon allenatore di cui mi hanno parlato anche dei giocatori con cui sono alla Lazio perché ha allenato il Sassuolo e ha fatto delle belle cose anche in Italia. Penso che il campionato sia aperto questa stagione, molto più degli anni precedenti perché ci sono giocatori importanti che hanno lasciato il PSG e questo riequilibra un po’ tutto. Ho molta fiducia nell’Olympique e penso veramente che in questa stagione possa fare qualcosa di importante perché ha una buona squadra che può senza dubbio anche sollevare un trofeo. Non so quale, ma ne alzeranno uno. Se è possibile che io torni qui? Potrebbe essere una bella opportunità per il futuro, è un club che ho nel cuore. Tutti lo sanno. Ho passato dei bei momenti lì, mi è piaciuto vincere per i tifosi e il club perché lo meritano e spero che possano vincere ancora.

Greenwood è un super giocatore, ha delle bellissime qualità e numeri, credo che sia il miglior attaccante della Ligue 1 attualmente. So che la Lazio lo voleva questa estate, c’è stata una piccola disputa per quanto lo riguarda e lui ha deciso di firmare per l’Olympique. Bene per lui e per il club perché è un giocatore che farà bene. La scelta dei giocatori a fine stagione viene fatta in base ai risultati ottenuti e alle aspettative che i club hanno e hanno fatto una buona campagna acquisti, un buon allenatore e hanno tutti gli elementi per fare una buona stagione. Alla Lazio sono molto felice, sta andando bene. Mi diverto, gioco l’Europa League e ho una bella squadra. Gioco con dei giocatori con cui ho giocato all’Olympique come Nuno Tavares e Samuel Gigot. Adesso penso al presente e il presente è la Lazio. È la cosa più importante al momento. Forza Lazio e Allez, les Bleues”.

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