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Alvaro Gonzalez
Pesante sconfitta per la Lazio quella di Coppa Italia contro i rossoneri. A San Siro finisce 4-0 per gli uomini di Stefano Pioli e i biancocelesti abbandonano la competizione. Di questa partita e tant'altro ha voluto parlare Alvaro Gonzalez, che ha vestito la maglia biancoceleste per cinque stagioni. Ecco le sue parole rilasciate a Roma Today: "Quando ho visto il risultato mi sono sorpreso. Non riesco a spiegarmi come possa essere successo. E poi una volta andati sul tre a zero a San Siro è difficile recuperare".
Sul momento attuale della Lazio: "La classifica dimostra che non è la squadra degli ultimi anni. I giocatori forti ci sono ma devono prendere fiducia, e soprattutto continuità che è la cosa più importante nel calcio. Non puoi fare una partita bene e l’altra male, serve stabilità nei risultati".
Sull'esperienza con la Lazio: "La Lazio mi ha fatto conoscere il calcio vero, l’alta competizione. Io avevo giocato nel Boca Juniors una delle squadre più importanti del mondo, ma alla Lazio ho trascorso gli anni più belli della mia carriera. Con i biancocelesti ho vissuto bellissime stagioni e sono cresciuto tanto sia da uomo che da calciatore".
Sul Derby di Coppa Italia: "E' sicuramente il mio ricordo più bello. Eravamo in fiducia, venivamo dalla semifinale vinta contro la Juventus. In finale è stata una vittoria meritata ma dura. Ricordo il cross deviato sul secondo palo e l’arrivo di Lulic e ovviamente la festa, il pullman a Ponte Milvio. Sapevamo che era una coppa speciale, poi vinta all’Olimpico contro la Roma. Anche se la Lazio dopo ha vinto altri trofei, quella Coppa Italia sarà ricordata sempre in maniera speciale".
Sulla differenza tra il Derby di Roma e il Superclasico: "Sono due derby bellissimi e tutti e due caldi. La partita non si gioca solo la domenica ma tutta la settimana, i tifosi ti parlano sempre del derby. Sono partite dure, competitive forti e sai che dovrai dare tutto su ogni pallone. Ti confronti con avversari fortissimi e non puoi sbagliare perché senno te la fanno pagare. Sono partite in cui devi tirare fuori il meglio di te. Sono le mie partite preferite dove ho sempre dato il massimo".
Sui tifosi biancocelesti: "Ho sempre detto che puoi giocare bene o male una partita ma devi sempre giocare col cuore e lasciare tutto in campo. Io ho sempre dato tutto per la maglia e i tifosi laziali l’hanno visto e apprezzato. E così come loro hanno un bel ricordo di me io ce l’ho di loro. Se chiudo gli occhi vedo la Curva Nord e sento i loro cori. Quella laziale è una tifoseria bellissima".
Sulla città di Roma: "Con la mia famiglia mi sono trovato subito bene in città, clima simile a quello in Uruguay, gente gentilissima. Sono stato anche aiutato dai miei compagni di squadra da Muslera agli argentini Scaloni, Zarate, Bizzarri. Passavamo tanto tempo insieme in giro per la città. Torno spesso a Roma, ho già in programma di andarci nei prossimi mesi a salutare i tanti amici che ho lì. Nel tempo libero mi piaceva girare per la città. C'era tanta empatia con la tifoseria laziale, ma anche con i tifosi della Roma. È vero che per il derby eravamo avversari, ma è sempre stata una rivalità sportiva e leale. Tanti tifosi romanisti mi dicevano: “Dai vieni alla Roma". Era bello, c’era rispetto. Ho vissuto la maggior parte del tempo a Cortina d’Ampezzo. Poi al ritorno dal prestito col Torino, sono andato a Saxa Rubra, posto comodo per andare a Formello. La cosa che mi manca di più? La cucina, si mangia veramente bene lì. Il mio piatto preferito è la carbonara. Tanta roba".
Sul futuro: "Non tornerò a giocare in Italia. Ho 37 anni e andare fuori adesso non è facile. Ormai sono tornato in Uruguay da quattro anni e la mia famiglia sta bene qua. Ho ricevuto un’offerta da una squadra impegnata nella Copa Libertadores, ma ho preferito rimanere in Uruguay".
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