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Giannichedda: “L’uomo copertina di questa Lazio è Baroni. Giusto che i tifosi sognino”

Giuliano Giannichedda
Intervenuto ai microfoni di 'Lazialità su LazioTV', l'ex centrocampista biancoceleste si è espresso sulla stagione della squadra di Baroni
Edoardo Benedetti Redattore 

Intervenuto ai microfoni di 'Lazialità su LazioTV', l'ex centrocampista della Lazio, Giuliano Giannichedda, ha detto la sua sull'ottimo momento della squadra di Baroni, sui possibili innesti per gennaio e, ovviamente, raccontando qualche aneddoto sulla sua esperienza in biancoceleste.

“Ho iniziato nelle giovanili del Pontecorvo, da lì sono andato al Sora. Udinese? Gli osservatori mi avevano visto quando giocavo in Serie C, loro fanno sempre un grande lavoro di scouting. La Lazio mi aveva già notato quando giocavo nelle giovanili del Pontecorvo, ma andavo ancora a scuola e mia madre strappò il contratto perché dovevo studiare. Sono poi arrivato alla Lazio insieme a Fiore nel 2002, per me Stefano è un fratello e le nostre figlie sono nate praticamente a dieci giorni di distanza. Con lui giochiamo anche a padel ed è talentuoso indipendente da quale sport faccia. I primi due anni alla Lazio sono stati importanti. Mancini? Con lui giocavano un buon calcio e stavano facendo bene, poi siamo scesi di rendimento e ci abbiamo creduto poco. Avevamo un gruppo forte e la difficile situazione societaria non ci condizionò più di tanto. Quella squadra può ricordare quella attuale di Baroni, dato che era molto unita dentro e fuori dal campo. Il nostro obiettivo era solo giocare a calcio. Inzaghi? Non mi aspettavo arrivasse a questi livelli da allenatore. Lui ha fatto la gavetta con le giovanili. Poi è arrivato in Primavera e già li era bravissimo. Il primo anno di Lotito è stato molto duro dato che molti volevano andare via. Poi decisi di rimanere per ripagare la Lazio di ciò che mi aveva dato. Ricordo che, con Peruzzi, dopo ogni allenamento andavamo negli uffici di Lotito per dargli consigli sullo staff e non solo. L’anno successivo mi voleva la Juventus e decisi di andare. Della Lazio di Lotito mi sarebbe piaciuto giocare con Leiva: era sempre al posto giusto ed aveva una grande intelligenza. L’uomo copertina di questa Lazio è Baroni, lavoratore serissimo. C’erano dubbi su come sarebbe andato in una big dove avrebbe dovuto gestire tanti giocatori e invece ha saputo farlo benissimo. Grande stratega nel mettere Marusic su Kvaratskhelia e nel giocare in modo offensivo con Castellanos e Dia. Dove può arrivare la Lazio? È giusto che i tifosi sognino, poi chiaramente gli addetti ai lavori devono rimanere umili. Chiaramente se a marzo o aprile ci si trova ancora lì si vedrà. Magari intervenire sul mercato a gennaio potrebbe dare una mano. L’Inter secondo me è di gran lunga la più forte di tutti. L’Atalanta è da anni in quelle posizioni e dunque se la può giocare. Poi metterei la Lazio. Il Napoli secondo me non ha grandi ricambi, mentre nei biancocelesti tutti sono partecipi. La Juventus, con tutti i giocatori disponibili, a me fa paura, specialmente quando interverrà sul mercato a gennaio. Nel Milan vedo invece troppa confusione. "Mercato? Alla Lazio servirebbe uno in grado di sostituire Rovella o Guendouzi. Folorunsho ha le caratteristiche di Dele-Bashiru. A me piace molto Frendrup del Genoa. La Lazio è una delle squadre più interessate a vedere i giovani. È chiaro che poi, se un giocatore interessa, va preso prima possibile, altrimenti possono arrivare le altre squadre. Immobile? Giocatore fortissimo, che ha inventato il movimento in profondità. Con Baroni avrebbe fatto ancora trenta gol. Abbiamo parlato tante volte, dato che le nostre figlie andavano a scuola insieme".