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Gabriele: “Ecco perché non vedrete mai giocatori della Lazio protestare”

redazionecittaceleste

Parla l'addetto agli arbitri dei biancocelesti: “Lotito e Tare hanno dimostrato cosa vuol dire avere calciatori che conoscano il regolamento”

La Lazio ha risposto alle polemiche con un duro comunicato, in cui non mancano i riferimenti a Mourinho, troppo spesso concentrato sui colori biancocelesti. Intanto, sarebbe arrivata una sospensione fino al termine della stagione per Pairetto e Nasca, rispettivamente arbitro e Var della gara con lo Spezia. Proprio riguardo la partita, e non solo, è intanto intervenuto ai microfoni dei canali ufficiali della società biancoceleste Marco Gabriele, addetto agli arbitri biancoceleste. Di seguito le sue parole.

È importante conoscere le regole. Anche perché vengono spesso distorte e interpretate in modo sbagliato.Per quanto riguarda ciò che è accaduto sabato a La Spezia, c’è bisogno di prendere in mano il protocollo VAR. Si è capito, grazie a Lotito e Tare, quanto sia importante avere in campo calciatori che conoscano le regole. Il protocollo VAR si può utilizzare in quattro occasioni. Quello che ci riguarda oggi, è il caso della rete segnata. E prevede che ogni rete debba essere controllata, non a caso esiste una tecnologia avanzata su questa tipologia di rilevazione. Si chiama Okai e traccia due linee, una blu e una rossa per rilevare eventuali calciatori in fuorigioco. Sabato, quindi, o questa linea non è stata tracciata oppure è stata fatta una considerazione sbagliata da parte del VAR.

Se c'è stato un errore, fa semplicemente parte di quei tanti che abbiamo visto in questi anni di VAR. Porto come esempio goal annullato a Immobile in Lazio-Venezia, con la spalla avanti di pochi millimetri. Esistono poi anche altri episodi eclatanti, come la gomitata di Ibanez a Milinkovic nel derby di ritorno. Il difensore avversario colpisce con volontarietà il volto di Sergej e il VAR non interviene. Il braccio può essere valutato o come strumento o come arma. Nel primo caso si può dare un colpo, nel secondo no e si verifica quando il movimento non è armonico. Milinkovic subisce un colpo anche contro il Milan, ma in quel caso il braccio è strumento.

La Lazio ha scelto di avere la linea di non protestare: se c’è stata una valutazione, che sia corretta o sbagliata, la accetta perché in buonafede. Ricordiamo anche il goal di mano di Cutrone nel 2018. In quel caso tutti pensarono al fuorigioco trascurando il goal di mano. Qualche settimana fa, il designatore Rocchi ha detto che grazie al VAR sono stati corretti l’86% degli errori. Manca un po’ per arrivare al 100% perché dietro c’è l’essere umano. È eclatante, quest’anno, quanto accaduto in Torino-Inter quest’anno. C’è statuato un rigore non concesso a Belotti e, in quel caso, l’AIA con un comunicato ha ammesso l’errore sospendendo gli arbitri coinvolti.

Spezia-Lazio? Il portiere è l’ultimo difendente e in quell’occasione Provedel è più avanti rispetto ad altri compagni, altri difendenti. Nasca potrebbe aver correttamente messo la linea sull’ultimo difendente, vedendo Acerbi sopra la linea blu. Questa, però, è una mia interpretazione. La sospensione di Nasca e Guida dimostra che hanno commesso un errore in buona fede. Pensare però che non sia stato applicato il protocollo VAR è una cosa assurda. Gli assistenti di linea? La UEFA e la FIFA hanno imposto di lasciar sempre giocare. Si evita così di interrompere un’azione e questo è il motivo per cui la bandierina sabato è rimasta giù.

Nelle ultime giornate di un torneo può capire che gli allenatori parlino di episodi per trovare giustificazioni e alibi. L’etica della Lazio però non è mai venuta meno in questi due anni, nonostante gli evidenti torti subiti. Se c’è un errore arbitrale bisogna soltanto prendere atto, perché questo arriva in buonafede. A volte può essere a favore, altre a sfavore. A Lissone Rocchi ci ha fatto ascoltare le conversazioni tra arbitro e VAR. Il primo ha il microfono aperto e, quindi, si sentono anche le proteste dei calciatori. Si crea una confusione che, come accaduto in un episodio, può generare errori. Per questo, non vedrete mai i calciatori biancocelesti andare a disturbare gli arbitri in attesa di una decisione. È una cosa su cui bisogna lavorare e una cultura che dovrebbero avere tutte le squadre”.