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Flaminio, le prossime mosse: tempi, costi e ostacoli per lo stadio della Lazio

Stadio Flaminio
Dopo la pec inviata da Lotito al Campidoglio, i biancocelesti provano ad accelerare per lo stadio: la guida completa delle prossime tappe
Michele Cerrotta

Non è ancora il passo definitivo quello fatto alle 19:30 di mercoledì da Lotito ma è finalmente quello ufficiale, decisivo per capire se il Flaminio potrà diventare nuovamente la casa della Lazio. L'email di posta elettronica certificata inviata dai biancocelesti rappresenta infatti una mossa politica determinante per passare dal piano comunicativo degli ultimi anni a uno pratico e più concreto. Indirizzata al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, la lettera è stata inviata anche all’assessore allo Sport Alessandro Onorato e a quello dell’Urbanistica Maurizio Veloccia. Il Flaminio rientra infatti nella giurisdizione del primo, mentre parcheggi, aree verdi e viabilità rientrano invece nelle competenze del secondo. La data dell’incontro ancora non è stata fissata, ma è obiettivo comune quello di vedersi già prima della fine della prossima settimana.

Il Campidoglio si aspetta che Lotito presenti una bozza con un piano di fattibilità tecnica ed economica, un passo avanti rispetto ai primi rendering che diversi esponenti della Giunta hanno già informalmente visionato. La stesso presidente della Lazio è del resto fortemente interessato a un primo appuntamento per discutere delle criticità riscontrate: l’obiettivo è quello di abbassare il più possibile il rischio che il progetto venga respinto più avanti dalla Conferenza dei servizi. I vincoli del resto rimangono noti: la necessità di raddoppiare quasi le 24 mila sedute oggi a disposizione, di costruire una copertura e soprattutto dei parcheggi in una zona in cui sotto il terreno è nascosta una necropoli. Senza dimenticare poi tutto ciò che è collegato a una struttura sotto l’ala della famiglia Nervi che detiene i diritti d'autore patrimoniali e morali sull'impianto fino al 2049.

Non a caso, allora, il progetto del nuovo stadio della Lazio è stato affidato da Lotito allo studio di architettura Arup, lo stesso che molto tempo fa aveva progettato una riqualificazione del Franchi di Firenze, a sua volta costruito da Nervi. Una soluzione per oltrepassare tutti i vincoli sarebbe stata - almeno in linea teorica - trovata, per passare alla pratica manca ora il confronto con il Campidoglio. Che, intanto, ha sul tavolo sempre le altre due opzioni: da un lato quella di Cassa Depositi e Prestiti con il Credito sportivo, che prevede la realizzazione di una cittadella dello sport ma che a ogi, anche per la necessità di un’importante partecipazione economica del comune, sembra essere indietro. Dall’altro, invece, quella della Roma Nuoto, che entro il 30 giugno dovrà consegnare il progetto di recupero aggiornato dopo la riapertura della Conferenza di servizi ordinata dal Tar.

Fondamentale, allora, la mossa di Lotito per non rimanere indietro: entro la fine della prossima settimana andrà in scena l'incontro in cui verrà presentato il progetto di partenariato pubblico-privato con il piano architettonico e il piano economico finanziario. L’investimento complessivo dovrebbe toccare i 250 milioni di euro e dovrebbe essere finanziato in parte da alcuni partner. Bisognerà però andare per tappe: dopo questo incontro, se tutto dovesse andar bene potrebbe essere avviata la Conferenza di servizi preliminare. Quindi toccherebbe al passaggio in Giunta per la delibera e l’approvazione dell’assemblea. A quel punto, toccherà al progetto esecutivo e alla Conferenza dei servizi decisoria: a quel punto, potranno effettivamente iniziare i lavori. Le tempistiche? Troppo presto per stabilirle, ma in ogni caso prima della fine del 2026, quando si esaurirà l’attuale mandato della Giunta comunale.