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Fiore: “La nostra Coppa Italia contro la Juve un riscatto. Alla Lazio dico…”

Stefano Fiore
Le parole dell'ex centrocampista biancoceleste, protagonista della doppia finale dell'era Mancini e di tante altre sfide contro i bianconeri
Stefania Palminteri Redattore 

Sarà Lazio contro Juve in Coppa Italia, un grande classico per la competizione. Lo sa bene Stefano Fiore, protagonista nella finale del 2004 ma più in generale spesso contro i bianconeri. L’ex calciatore biancoceleste presenta allora la gara sulle colonne del Corriere dello Sport. “Affrontare la Juventus a Torino non è mai semplice, soprattutto in una sfida che vale una finale. Quando affrontavo i bianconeri succedeva una piccola magia e riuscivo quasi sempre a fare gol: in amichevole, in campionato, in Coppa Italia. Non ho mai capito cosa scattasse in me, ma riuscivo spesso a essere decisivo”.

Tra i gol più importanti della sua carriera, ci sono quelli nella doppia finale contro i bianconeri nel 2004.

Un anno difficile, con l'ombra del fallimento sempre dietro l'angolo. Cercavamo di ignorare tutte le voci che arrivavano dall'esterno, ma non era facile. C'era una situazione di grande precarietà che ha caratterizzato l'intera stagione. Quando arrivammo a giocare la finale, per noi fu una forma di riscatto. Di rivincita”.

Che Lazio era quella della stagione 2003-04?

Una squadra forte, guidata da un allenatore che fu decisivo per tenere compatto il gruppo. Il lavoro di Mancini è stato molto importante. Era quasi maniacale nel ripeterci che dovevamo pensare solo al campo. Cercò di isolarci da tutti i problemi. E poi ci furono anche dei giocatori molto rappresentativi che diedero l'esempio: gente come Mihajlovic, Peruzzi, Simeone, hanno sempre dato l’esempio. E noi li abbiamo seguiti. Avevamo la consapevolezza che con il nostro lavoro sul campo e con i risultati positivi, potevamo aiutare a risolvere i problemi. E abbiamo dato sempre il massimo”.

Torniamo alla finale...

Sapevamo che una vittoria ci avrebbe ripagato di tutti i sacrifici e purtroppo sapevamo anche che poteva essere una delle ultime gare che quel gruppo avrebbe giocato insieme. Dopo la doppia finale infatti iniziò la smobilitazione. Siamo stati la Banda Mancini. Una squadra che ha saputo unirsi nelle difficoltà”.

Nella finale d'andata la Lazio vince 2-0 con una sua doppietta...

Noi eravamo reduci da una stagione dura, ma anche la Juventus non viveva un periodo ecezionale. Era alla fine del ciclo di Marcello Lippi, che poi sarebbe diventato ct azzurro. Noi la partita di andata, che disputammo all'Olimpico, la preparammo davvero bene e la vincemmo con due reti che segnai nel secondo tempo. Poco prima Cesar fallì anche un calcio di rigore. Ma quel risultato non fu sufficiente al ritorno, visto che i bianconeri recuperarono e andarono sul 2-0”.

Poi fu decisivo ancora lei...

Mai dare la Juve per vinta. Anche quando è in difficolta. Anzi, proprio in quei momenti i bianconeri sono più temibili”.

Sta dando un suggerimento alla Lazio di oggi?

La Juventus è una squadra forte, che nei momenti difficili è capace di trovare delle forze ovunque”.

Cosa potrà portare alla Lazio il cambio di allenatore?

Una ventata di freschezza, di novità. Tudor è un allenatore di impatto, di carattere. Di solito, quando si cambia tecnico in corsa è come ripartire da zero: si abbattono le gerarchie, anche chi ha giocato di meno capisce che può ritagliarsi uno spazio”.

Che Lazio si aspetta di vedere?

Mi aspetto una Lazio con un atteggiamento diverso. Magari meno incline al bello, alle geometrie, ma molto più pratica”.

Tudor affronta due volte la Juventus in pochi giorni...

L’approccio poteva essere più morbido, ma magari questo tipo di sfide regalano una spinta maggiore, con gli stimoli che saranno altissimi. Quale rivale migliore della Juve per provare a dare un segnale e una scossa?”.

Servirebbe uno Stefano Fiore... almeno contro la Juventus?

Non so se nella Lazio di oggi c'è qualcuno che vanta una media simile alla mia con i bianconeri (ride, ndr). Battute a parte, spero che la Lazio sia in grado di ripetere quello che facemmo noi in Coppa Italia venti anni fa. Per regalarsi un finale di stagione diverso rispetto a quanto fatto fino a oggi”.

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