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Feyenoord-Lazio, Sarri: “Avrei preferito un eccesso di faccia da ca**o. Il rimpianto…”

Sarri
Tutte le dichiarazioni del tecnico biancoceleste subito dopo il triplice fischio della gara giocata contro il Feyenoord in Champions League
Michele Cerrotta

Esce sconfitta la Lazio dal catino del De Kuip. Il Feyenoordpassa 3-1 dimostrando maggiore attitudine da Champions in una serata storta per i biancocelesti. Al termine della gara, per analizzare il ko, è intervenuto in conferenza stampa il tecnico Maurizio Sarri. Queste le sue parole.

Loro hanno avuto alta qualità di palleggio. È mancata intensità?

Secondo me si è fatta male per tempi, aggressività e intensità. Andando uno a trenta all’ora e e l’altro piano è chiaro entrino da tutte le parti. È l’atteggiamento però il problema, sembravamo soffrire stadio e avversari. È mancata personalità, ma sapevamo sarebbe stata questa la partita. È difficilmente digeribile il primo tempo, il secondo gol è inammissibile: il primo era nell’aria, ma nel secondo gli avversari non facevano nulla da dieci minuti. Quando poi giocano con questa attitudine ti concedono qualcosa nel finale e infatti è successo. Le statistiche ci danno cinque palle gol, sono rimasto sorpreso. Anche per la supremazia territoriale nostra al 55%. Se rimani in partita in gare così qualcosa ti concedono, ma non mi è piaciuto l’atteggiamento del primo tempo”.

Personalità e faccia tosta: le aveva chieste ma sono mancate.

Sì, il primo tempo è quello di una squadra senza personalità. Noi in questa competizione siamo con l’acqua alla gola e per non bere dobbiamo camminare in punta di piedi. O dai il 101% o, come stasera, si va in difficoltà”.

Perché non si prova a vincere la partita?

Parliamo sempre degli aspetti consci, poi in campo vai in difficoltà e prendi paura. Non penso che i ragazzi avessero meno voglia di giocare, penso gli sia mancata la sicurezza. È meglio perdere un pallone per giocare veloce che perché si fa un tocco di troppo. Ma sono tutti aspetti inconsci, difficilmente ponderabili. Mi fido in maniera assoluta dei miei ragazzi”.

Rimanderesti in campo la stessa squadra dal 1’?

Questa è una di quelle famose domande che tempo fa definii in una certa maniera. Se dovessi cambiare qualcosa non lo farei dove pensi tu. Se penso di aver sbagliato formazione? Partita brutta, abbiamo perso 3-1: sì. Che ti devo dire? Se si va ad analizzare il risultato avevo qualche dubbio a centrocampo, forse era meglio fare altro. Ma non si analizza la gara persa per un giocatore fuori sintonia, ma una gara persa da tutta la squadra”.

È preoccupato per la sconfitta più che altro per come è arrivata?

Io sono preoccupato del fatto che questa squadra, anche nelle gare in cui fa bene, ha sempre dieci-quindici minuti di vuoto. A Reggio Emilia l’abbiamo fatto a inizio secondo tempo, è una cosa che lascia sempre preoccupazione perché se hai dei vuoti in certe partite le paghi. La preoccupazione viene più da questo, non da dinamiche di gioco”.

In queste occasioni come può incidere il tecnico? Pensa di esserci riuscito?

Come incidere è dura, perché se trovi la chiave su come farlo in maniera totale vinci tutto. È difficile, poi si sta parlando di questioni mentali collettive, non individuali. Sono cose più difficili da leggere”.

Pellegrini è un giocatore su cui punta?

Sì, ma non in certi tipi di gare. Con attaccanti esterni come questi voglio difensori molto più applicati alla fase difensiva, anche se poi non è andata bene ugualmente”.

L’evitare la paura di stasera è alienabile?

Io fatico a capire certe cose, perché il carattere è indipendente dalle partite. L’emozione Champions io la sento poco, quindi mi riesce difficile capire certe reazioni mentali. Anche se non è facile giocare in questa bolgia contro questa squadra di cani assatanati che ti saltano continuamente sulle caviglie. Ma questo tipo di partite sono parte di questa competizione. Mi sarebbe più piaciuto perdere per eccesso di faccia di cazzo. Gli si può palleggiare nel viso, perdere tre palle e decidere la gara: come atteggiamento mi sarebbe piaciuto di più”.

Se restano in panchina giocatori come Guendouzi e Castellanos è difficile trovare facce di cazzo, però.

Io sono stato criticato per anni perché facevo giocare sempre gli stessi, ora dite il contrario. Volevo tenere in ballo tutti, avevo la sensazione forse sbagliata che tutti fossero abbastanza pronti per giocare questo tipo di partite. Poi c’è sempre qualcosa anche di diverso: contro una squadra aggressiva scegli tecnica o fisicità? Io ho più rammarico di non aver fatto giocare Kamada. È un palleggiatore, che riesce a venir via da situazioni come oggi. Poi per il tipo di partita, come vigore, è chiaro fosse più adatto Guendouzi. Immobile? Non può essere abbandonato, si era deciso di fargli fare 45-50 minuti e l’ha fatto. Se nel periodo in cui sta meglio Castellanos Ciro non si riprende mai”.

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