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Il Feynoord gioca a un altro ritmo, la Lazio cade 3-1 al De Kuip

Michele Cerrotta

La squadra olandese si dimostra più pronta per il palcoscenico della Champions: i biancocelesti imparino in vista della gara dell'Olimpico

Dopo Glasgow, Rotterdam. Altra trasferta caldissima per la Lazio in questa Champions League, e lo fanno capire subito i tifosi di casa ai biancocelesti. Lo ribadisce poi lo stesso Feyenoord nel momento dell’ingresso in campo: gli olandesi partono subito fortissimo, cercando di mettere paura alla squadra di Sarri. Al 10’ è subito importante l’occasione per Gimenez che, di testa e su cross di Paixao, manda fuori di poco. L’arbitro grazia invece Stengs dodici minuti dopo, quando il calciatore non viene ammonito per aver fermato una ripartenza biancoceleste. Al 26’ un errore sulla fascia sinistra della Lazio rischia di essere fatale, con Gimenez che supera facilmente Provedel in pallonetto. Il check del Var però segnala un fuorigioco e grazia i biancocelesti. Passano due minuti e Rovella deve usare le maniere forti per fermare il Feyenoord. Il giallo, questa volta arriva.

Non arriva invece un rigore per gli olandesi, che protestano per un tocco di mano negato dal Var. Al 30’ il conto dei gialli viene pareggiato dall’ammonizione per Nieuwkoop, un minuto dopo arriva il vantaggio del Feyenoord. Casale sbaglia in uscita, Wieffer serve Gimenez e ancora l’ex Verona è troppo morbido sul messicano che lo aggira e buca Provedel. Prova a reagire la Lazio, che al 34’ con un colpo di testa di Luis Alberto controllato da Bijlow fa registrare il primo tiro in porta. Nove minuti dopo viene ammonito anche Gimenez per un fallo su Casale. Nel primo dei tre minuti di recupero concessi Casale restituisce il colpo e viene a sua volta ammonito. Legittima il vantaggio il Feyenoord sessanta secondi dopo, con un tiro da fuori di Zerrouki - lasciato incredibilmente solo - imparabile per Provedel. Si va all’intervallo con la Lazio meritatamente sotto di due reti.

Cambia subito Sarri alla ripresa: fuori Rovella e Hysaj, dentro Guendouzi e Lazzari. Cambia però anche un attento Slot, che toglie l’ammonito Nieuwkoop e inserisce Lopez. La lettura si conferma giusta dopo tre minuti: puntuale, arriva l’ammonizione anche per Lopez ancora per un fallo su Zaccagni. Ed è proprio dai piedi dell’esterno biancoceleste che arrivano i primi, timidi segnali di risveglio della Lazio. Al 55’ Sarri toglie anche Immobile e mette dentro Castellanos. E proprio l’argentino si divora un gol due minuti dopo il suo ingresso, sparando alto dall’area piccola una ribattuta di Bijlow su un tiro ancora di Zaccagni. Al 59’ arriva il giallo per Hartman. Piovono cartellini: due minuti dopo il giallo arriva anche per Romagnoli dopo un’entrata ruvida a centrocampo su Gimenez. Anche Vecino si iscrive alla lista dei cattivi al 65’ per una trattenuta. Tre minuti dopo Sarri gioca la carta Pedro: fuori Felipe Anderson.

Cambia anche Slot al 71’: fuori Paixao, dentro Jahanbakhsh. Il Feyenoord dilaga al 74’: Timber tira da posizione ravvicinata, Provedel respinge ma la palla arriva a Gimenez che fa 3-0 e chiude la partita. Altri cambi al 78’: fuori Vecino per Cataldi nella Lazio, fuori Gimenez e Stengs per Ueda e Ivanusec. All’83’ Lopez abbraccia Castellanos in area di rigore e lo butta a terra: l’arbitro fischia il rigore ma non ammonisce. Pedro va a prendersi il pallone, Castellanos e Luis Alberto vanno verso il dischetto. Alla fine calcia il canario che, freddissimo nella bolgia del de Kuip, non sbaglia e correre a riprendere il pallone. La Lazio accorcia le distanze, ma forse è troppo tardi. Non lo è però per l’ennesimo giallo della serata, che arriva a Zaccagni per proteste all’87’. Due minuti dopo fuori Zerrouki e dentro Lingr.

Ammonito, sempre per proteste, anche Guendouzi al 90’, quando vengono segnalati anche sei minuti di recupero. Bastano all’arbitro per ammonire anche Castellanos e Geertruida che non fanno amicizia, non bastano invece alla Lazio per far gol a causa di un intervento miracoloso di Bijlow su una spaccata di Romagnoli. Il triplice fischio è una sentenza: alla Lazio mancano ancora il ritmo e la cattiveria necessaria per giocare certe partite. Ma al ritorno dovrà essere tutta un’altra storia.


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