- Lazio News
- Calciomercato
- Rassegna Stampa
- Serie A News
- Pagelle
- Primo Piano
- Video
- Social
- Redazione
news
Di Michele Cerrotta
Una stagione, quella 1964-1965, con la maglia della Lazio addosso per Eugenio Fascetti, che collezionò dodici presenze. Ma, soprattutto, due stagioni sulla panchina biancoceleste, portando la squadra dal rischio della C alla promozione in Serie A. Fu Fascetti, infatti, l’allenatore nella stagione 1986/1987, l’anno degli eroi dei meno nove. E fu ancora Fascetti a sedere in panchina nella stagione successiva, chiusa con il terzo posto in B e il ritorno nella massima serie. Ormai in pensione, Eugenio Fascetti è intervenuto ai microfoni di Station Radio, parlando del campionato e di due allenatori che conosce bene: Maurizio Sarri e Luciano Spalletti. Di seguito le sue parole.
“Credo che per riuscire a vedere il gioco di Maurizio Sarri alla Lazio sia ancora troppo presto. Del resto anche durante la sua esperienza a Napoli accadde la stessa cosa. Senza considerare che mi viene anche da fare un’altra domanda: siamo sicuro che Maurizio abbia in biancoceleste i calciatori più adatti alla sua idea di calcio? Per come la vedo io, la linea difensiva della Lazio è troppo lenta per poter concretizzare quello che viene chiamato il ‘Sarrismo’”.
“È stato accolto con uno scetticismo inspiegabile secondo me e Spalletti infatti sta già dimostrando quello che è il suo reale valore. Penso che il Napoli, grazie a Luciano che è un allenatore secondo me di ‘marciapiede’, possa riuscire a vincere anche lo Scudetto. Se c’è una squadra che mi sento di escludere dalla corsa al titolo, probabilmente sono i bianconeri. Penso che ormai abbiamo perso troppi punti e inoltre non credo possano essere all’altezza delle altre squadre. Un discorso simile va fatto anche per la Roma e per l’Atalanta: sono squadra a cui manca ancora qualcosa. Probabilmente con gli azzurri si giocheranno il titolo le due squadre di Milano”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA