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ESCLUSIVA – Zauri: “Lazio, puoi far fuori l’Inter dalla Champions. Su Sarri e Tare…”

La redazione di Cittaceleste.it ha contattato in esclusiva Luciano Zauri, ex capitano biancoceleste, per analizzare il momento della Lazio

Di Michele Cerrotta

Sei anni e mezzo con la maglia della Lazio, 177 presenze e 6 reti messe a segno. Una Coppa Italia vinta nel maggio 2004 ma, soprattutto, una Champions League giocata con la fascia di capitano al braccio. Indimenticabile, quell’anno, la notte che i biancocelesti regalarono all’Olimpico pareggiando 2-2 con il Real Madrid. Ora, a sette giornate dal termine del campionato, la Lazio è a un passo dal tornare in Champions. Prima, però, ci sarà da superare un trittico di partite che potrebbe risultare decisivo per blindare il posto nell’Europa che conta. Proprio per analizzare il momento della Lazio e le prospettive per il futuro della squadra di Sarri, la redazione di Cittaceleste.it ha contatto in esclusiva Luciano Zauri. Queste le parole dell’ex capitano biancoceleste.

Sabato era all’Olimpico, in occasione della gara tra Lazio e Torino. Che partita ha visto? Deve suonare da campanello d’allarme o può essere considerata soltanto una serata storta?

Forse in questo momento tutto quello che ti capita di negativo va guardato diversamente. È troppo importante l’obiettivo finale e non bisogna assolutamente fasciarsi troppo la testa. È chiaro che bisogna sempre stare attenti, le sconfitte non fanno mai bene. Ma bisogna guardare avanti velocemente, anche perché il Torino è un’ottima squadra ed è chiaramente più spensierata rispetto alla Lazio perché non si gioca niente. La Lazio è stata un po’ troppo nervosa probabilmente, ma bisogna guardare oltre”.

A proposito di guardare oltre: domenica c’è Inter-Lazio. Che partita si aspetta?

La Lazio non si gioca tutto in una partita, per l’Inter invece è quasi l’ultima spiaggia.I biancocelesti hanno ancora tante partite e, secondo me, hanno anche un piccolissimo vantaggio rispetto alle altre che potrebbe permettere di sbagliare un’altra gara, anche se ovviamente speriamo di no. La Lazio in questo momento deve ripartire e in ogni partita provare a vincere. Se dovesse riuscirci domenica butterebbe fuori l’Inter dalla corsa Champions”.

Nel giro di pochi giorni la Lazio giocherà poi contro Sassuolo e Milan. Il verdetto per la Champions passa da questo ultimo tour de force?

Avendo perso l’ultima in casa la Lazio deve andare a recuperare questi punti in giro. Conta poco l’avversario, che si chiami Inter o Sassuolo: l’importante è fare più punti possibile e in qualsiasi modo. La Lazio ci ha abituati a offrire ottime prestazioni abbinate anche al risultato, poi in questo momento è importante che arrivino i tre punti anche se non dovesse venire la prestazione”.

In questa stagione si stanno vedendo i veri frutti del lavoro di Sarri, della sua idea di calcio. Le piace l’impronta che ha dato alla squadra? A quali traguardi può ambire la Lazio, anche in futuro, con lui in panchina?

Sarri è un riferimento per tantissimi allenatori. Insegna calcio da anni ed è ovvio che come per tutti gli allenatori il famoso progetto sia importante. A Sarri va dato tempo, abbiamo visto come in un anno e mezzo sia riuscito a entrare nel mondo Lazio. Per questo aprire un ciclo di più anni, accontentarlo su caratteristiche e calciatori, potrebbe portare solamente a un miglioramento. Poi è chiaro che nel calcio non sempre i progetti corrispondono alle idee degli allenatori”.

Il ritorno in Champions è sicuramente un obiettivo fondamentale, soprattutto per le possibilità che si aprirebbero sul mercato. Lei la Champions l’ha giocata con la maglia della Lazio. Quanto pesa, al di là del fattore economico, nel percorso di crescita di una squadra e del singolo poter giocare in una competizione simile?

La Lazio è un club ambito da moltissimi calciatori. Se poi potesse anche offrire il fascino di giocare in Champions League diventerebbe ancora più semplice portare giocatori a Roma. Il budget aumenterebbe e si potrebbero fare spese diverse, non tanto nel cercare i calciatori col nome ma, come la Lazio ci ha abituati, magari quei giocatori che potrebbero far crescere i biancocelesti e tutto il movimento. La Lazio in Champions la vedo bene, poi è chiaro che andrebbe modificato il discorso numerico: la rosa andrebbe ampliata e sicuramente migliorata”.

La Lazio di Sarri ha trovato grande solidità difensiva e equilibrio con Hysaj e Marusic, due terzini meno di spinta rispetto alle alternative in panchina. Può essere questa la mossa che ha dato la svolta?

Sicuramente. Il movimento difensivo delle squadre di Sarri lo abbiamo visto anche a Napoli dove ha sempre fatto ottime partite a livello difensivo. I quattro sono importanti, ma è un po’ tutta la squadra che difende bene. Quando vedi gente come Pedro, lo stesso Immobile quando è stato bene, ma in generale tutto il reparto offensivo collaborare così tanto in fase difensiva tutta la squadra ne beneficia. È sicuramente una squadra che difende molto bene nell’insieme”.

In panchina ci sono Lazzari e Pellegrini, il primo ha perso spazio e il secondo invece lo cerca. Ci saranno loro anche nella prossima stagione o si aspetta cambiamenti?

Si ricollega anche al discorso economico: se un reparto si può migliorare si migliora. Se la Lazio dovesse riscattare Pellegrini probabilmente si andrà a migliorare più nel reparto centrale e non negli esterni perché le due coppie offrono grandi garanzie. Andrei più a cercare un centrale da affiancare a Casale e Romagnoli”.

L’ultima: in estate servirà un mercato importante, a maggior ragione in caso di piazzamento tra le prime quattro. L’incompatibilità tra Sarri e Tare però sembra un dato di fatto: da allenatore, cosa consiglierebbe al presidente Lotito e cosa gli chiederebbe?

Sicuramente un tavolo a tre lo chiederei e lo pretenderei. Lavorare non in sintonia non è il massimo, soprattutto tra direttore e allenatore che condividono il campo ventiquattro ore al giorno. È un rapporto che va sicuramente affrontato, in un modo o nell’altro. Non va bene continuare senza parlarsi, almeno stando a quello che leggiamo. Poi i veri rapporti ovviamente li conoscono soltanto loro. Sicuramente una sintonia tra direttore e allenatore deve essere alla base per la costruzione di una squadra”.