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Ente Morale / Lazio, C. Mezzaroma: “Presto una panchina rossa al Fersini. Noi donne…”

Edoardo Pettinelli Redattore 
Nuovo appuntamento con Ente Morale sui canali ufficiali del club biancoceleste: protagonista la dottoressa Cristina Mezzaroma. Le sue parole

Nuovo appuntamento con Ente Morale sui canali ufficiali del club biancoceleste. Puntata dedicata alla forte condanna alla violenza di genere. Per parlare del tema è intervenuta la dottoressa Cristina Mezzaroma, presidente della fondazione Lazio. Accanto a lei anche Linda Moberg, sopravvissuta alle violenze del marito.

"Il Video? Mi è venuto di getto, non per la giornata dedicata che a me personalmente non piace perché noi viviamo tutti i giorni. Ho riflettuto, non volevo mettere quel segno rosso perché noi donne lo sappiamo quanto fa male non solo un gesto ma anche una parola. Quanta solitudine abbiamo dietro tutto questo, quindi ho chiesto chi è che ci provoca queste cose: purtroppo alcuni uomini. Ma non va fatta di tutta l'erba un fascio, ma sono gli uomini che devono capire. Quindi dal piccolo fino all'età adulta, io credo che siano i piccoli che vanno educati, va fatta tanta educazione sentimentale dove per sentimento intendo abituare a percepire l'altro, uomo o donna che sia, come una persona non differente da me in quanto uomo o donna.

Bisogna abituarli fin da piccoli, a volte il gesto come uno schiaffo è qualcosa di estremamente violento, una carezza è una carezza alla nostra  anima. Ho costruito questa piccola storia dai bambini fino agli adulti. Noi donne siamo più forti, anche solo tentare di mettere in una bolla una cosa così violenta come un uomo che tu hai scelto pensando di condividere con lui le cose belle, si tramuti poi in mostro. Qui a Formello, che è un piccolo microcosmo, ho pensato di mettere una panchina rossa che pitturerò personalmente e la metterò sulla collinetta dietro al Fersini. I figli poi sono in realtà la certificazione della nostra immortalità, Noi donne nel Dna abbiamo un piccolo gene della crocerossina che ci porta a voler salvare o cambiare qualcuno. Nessuno può essere salvato se non vuole essere salvato. Coraggio? Donne maltrattate che trovano poi il coraggio, mentre l'uomo che non viene mai toccato è quello più debole.

Questi uomini lo sanno benissimo che c'è qualcosa non va ma per un retaggio storico l'uomo non deve chiedere mai, l'uomo non piange in pubblico o bacia i propri figli quando sono svegli. Mi auguro, altrimenti non apparterrebbero più né al genere umano ma neanche quello animale, che riescano a riconoscere di essere disturbati. Giulia (Cecchettin, ndr.) è stata uccisa perché lui (Filippo Turetta, ndr.) sapeva che la sua vita non sarebbe stata felice senza di lei. Una frase fortissima. Noi donne sappiamo cosa significa, sono gli uomini che forse non si rendono conto. I bambini ora debbono riuscire a capire e le donne si devono ricordare di come sono. Faremo una rubrica all'interno di Ente Morale con Linda come ospite fisso".