La Lazio è un luna park pieno di macerie. Ed è triste vedere tutto ciò. Una squadra che illude, e che viene travolta dall’onda d’urto avversaria. Un tecnico che non ha carte da giocarsi a partita in corso, con giocatori debilitati ed esausti da sostituire. Calciatori che ringhiano a brutto muso in mezzo al campo, tra di loro, per una risata che riecheggia dentro a un funerale. E poi uno stadio consegnato alla tifoseria avversaria che fa festa mentre gli altri tornano mestamente a casa a testa bassa. Il deserto dell’Olimpico è soltanto l’ultimo aspetto, perché non è la causa di tutto ciò, ma l’effetto di una politica cieca e sconsiderata che ha generato le macerie dentro al luna park.
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Focus Lazio: Questo è un luna park pieno di macerie
Un club chiuso in sé stesso, con poche risorse e nessun alleato. Se anche i tifosi se ne vanno, il destino è già segnato
Alla squadra c’è poco da imputare. La sconfitta contro il Milan è in linea con i risultati della stagione. Le cinque sconfitte dell’anno solare sono arrivate tutte contro le big, o presunte tali. "La Lazio perde con le grandi, perché non è una squadra forte”. Il tecnico Sarri lo aveva anticipato il giorno precedente la partita. E puntualmente la sua squadra ha perso. Ora anche l’allenatore entra in discussione: non tanto per quello i suoi ragazzi fanno vedere sul campo, quanto per le dichiarazioni da trapezista fatte sul filo dell’equilibrio riguardanti lo stadio deserto e la contestazione dei tifosi alla società. Sarri è un uomo di opposizione. E’ stato presentato come il Comandante rivoluzionario: se anche lui si mette a fare quello governativo, diventa un politicante che non porta benefici.
La Lazio è in balìa degli eventi. Il presidente è da tempo lontano da un club che gli garantisce potere politico ed economico. Ma a forza di delegare, sta arrivando sull’orlo del precipizio. Il monte ingaggi è esploso, il parco giocatori è modesto, nonostante i milioni di euro buttati per cartellini inutili e commissioni. La Lazio è una realtà isolata nella roccaforte di Formello. E mentre gli altri club si aprono alla globalizzazione, allargano gli orizzonti, implementano i propri ricavi diventando sempre più inclusivi, la Lazio resta un club esclusivo. Nel senso che esclude tutti, anche i suoi stessi tifosi. Siamo vicini al punto di non ritorno. Il futuro è fatto di mediocrità. Una cosa così grande, in mani tanto piccole.
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