Incubo cartellini in casa Lazio. Più che un dettaglio, un vero e proprio problema per la squadra di Baroni. Sono cinquantaquattro le ammonizione sventolate contro la Lazio dall’avvio di stagione in campionato, un bottino che vale il primato insieme al Verona e subito davanti al Monza. Quattro invece i rossi, gli stessi di Parma e Lecce e dietro solo al Verona con sei. Dati che seguono direttamente quelli dello scorso anno, quando la Lazio chiuse la stagione da squadra più ammonita del campionato e con il costante paradosso di Zaccagni, sempre ammonito e sempre bersaglio dei tackle degli avversari.
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Contro la Lazio piovono sistematicamente cartellini: non chiamatele ingenuità
Pesano senza dubbio in questa stagione le ingenuità commesse da una rosa ringiovanita e poco esperta. Il primo dei due gialli a Tchaouna col Como e quelli di Noslin contro Genoa e Cagliari sono gli esempi più lampanti - ma non gli unici - di una squadra che ogni tanto paga la propria inesperienza e la propria fretta nell’intervento. Ed è rilevante anche il numero di cartellini arrivati per gli errori in impostazione - due solo a Gila, l’ultimo nel derby - o per la necessità di ricorrere al fallo tattico visto il gioco propositivo e offensivo impostato da Baroni. Ma tutto ciò non giustifica il mirino sulla schiena della rosa biancoceleste.
Cinquantaquattro cartellini gialli ricevuti su duecentoquarantacinque falli commessi. Il dato racconta di un cartellino ogni 4.7 falli. Il Verona con gli stessi ammoniti della Lazio ha commesso trentotto falli in più dei biancocelesti ed è la seconda squadra più fallosa del campionato, ma prende un cartellino ogni 5.2 falli. Il Napoli, per esempio, con appena quarantaquattro falli in meno dei biancocelesti, ha una media di un cartellino ogni 9.5 falli. Il doppio, rispetto alla Lazio. Bastano queste tre statistiche per evidenziare come non possa trattarsi solo di falli tattici e inesperienza.
Non a caso la Lazio, che non ha mai chiuso una gara di campionato senza provvedimenti disciplinari, si è vista sventolare contro sei cartellini per proteste, tra cui quelle del capitano a cui evidentemente non è permesso farsi sentire dall’arbitro nonostante la fascia che indossa. Tre i cartellini nati da gesti di stizza verso l’arbitro, cinque quelli da parapiglia e diverbi. Senza contare quelli causati da fischi mancati, non ultimo quello di Rovella costretto a stendere un avversario dopo il mancato fischio a favore. A questi si aggiungono quelli inventati, come il secondo a Tchaouna col Como, a completare un quadro di per sé drammatico. A Baroni il compito di frenare i gialli meritati, nella vana speranza che anche dalla parte arbitrali arrivi un minimo di lucidità, finora del tutto assente. Intanto, attenzione: sbarca a Roma Ibrahimovic <<<
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