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Se ne intende di derby Lucas Castroman. Suo il gol al 95’ del derby del 29 aprile 2001 valso il pareggio allo scadere della Lazio contro la Roma. E allora proprio in vista della stracittadina in programma oggi alle 18:00 l’ex biancoceleste è intervenuto sulle colonne de Il Messaggero. Queste le sue parole.
Castroman, il suo nome è impresso nella storia del derby.
“Ci penso sempre a quel gol. I laziali impazzirono di gioia perché avevo rallentato la corsa della Roma verso lo scudetto, ma anche i romanisti non esitavano a farmelo notare (ride, ndr)”.
È stato il gol più importante?
“Uno dei più belli. Colpire in quel modo la palla e facendola passare in mezzo alle gambe di tutti Se ci avessi provato altre cento volte non ci sarei riuscito”.
Gli ultimi anni non sono stati semplici per lei.
“Ho dovuto gestire il negozio di famiglia in Argentina perché mio padre si è ammalato di cancro, vendiamo santini. Ho avuto anche una breve esperienza da tecnico durante la pandemia al Chacarita Juniors. Ora sono pronto a immergermici di nuovo, anche se da undici anni comunque ho una mia scuola calcio”.
Avrà saputo che un suo estimatore come Eriksson non sta bene.
“Fu proprio lui a volermi alla Lazio. Ora è in una situazione difficile, so cosa si prova. Dovrà lottare tanto, come Mihajlovic, un altro grandissimo”.
Che ne pensa del cambio Sarri-Tudor?
“Ho seguito molto la Lazio di Sarri, mi è dispiaciuto che si sia dimesso. Solo lo spogliatoio sa cosa sia successo, ma quando si rompe un rapporto è complicato risanarlo. Tudor è stato un gran calciatore, sicuramente saprà toccare le corde giuste”.
L'uomo in più per il derby?
“Non so se giocherà titolare, ma dico Castellanos. Noi argentini abbiamo il fuoco dentro in queste partite, preferiamo morire pur di non perdere. Questa Lazio però è come la mia: la sua forza è il gruppo”.
Il pericolo numero uno?
“L’altro mio connazionale, Dybala. È un campione del Mondo, va sempre rispettato anche se ha giocato poco perché davanti aveva il più forte di tutti, Messi”.
Nel futuro di Castroman ci può essere la Lazio?
“Ci spero, mi piacerebbe seguire i giovani e farli crescere per non dover acquistare sempre dalle altre società. Forse è quello che sta mancando in generale all'Italia, ma adesso con mister Spalletti andrà meglio”.
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