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Nel corso di un evento a Milano per un noto brand sportivo, l’ex biancoceleste Gigi Casiraghi ha rilasciato un’intervista per le pagine del Corriere dello Sport. Queste le sue parole sul momento della Lazio e su Ciro Immobile. “Dopo il trionfo nel derby non mi aspettavo una prestazione simile da parte della Lazio. Penso sia stata una cosa strana, perché storicamente la squadra che vince il derby poi riesce ad avere una spinta in campionato. Probabilmente è il segnale che la Lazio è ancora una squadra in costruzione. In ogni occasione, nella fase iniziale, le squadre di Sarri alternano buone prestazioni con altre meno buone. È successo ovunque, anche a Londra e Torino. Serve tempo ai giocatori per metabolizzare le sue idee di calcio”.
“Le idee di gioco di Sarri sono particolari e determinano molto. Grazie a queste si può vincere un campionato o una coppa, ma è fondamentale riuscire a fa passare le proprie idee, il che è più facili con giocatori congeniali al tecnico. Sarà necessario concedere tempo a Sarri, al derby si era vista una bella squadra, in grado di lottare e giocare bene creando diverse occasioni. Era la dimostrazione della forma della squadra. Invece a Bologna ho visto una Lazio priva di cattiveria.
Quest’anno in A ci sono doversi allenatori polemici, dai toscani a Mourinho. Anche Sarri lo è, fa parte del suo gioco e del suo carattere. Però è vero che una mezza giornata in più di riposo può fare la differenza a certi livelli. Ogni allenatore è in diritto di difendere la propria formazione. Penso che Sarri avrà bisogno di 2-3 stagioni per sviluppare il suo calcio. Quest’anno l’obiettivo dovrà essere entrare tra le prime quattro”.
“È ancora il capocannoniere del campionato, è una certezza ormai esserlo per lui. Negli ultimi anni è stato sempre a questi livelli, la Lazio è il suo mondo. Si trova a meraviglia con l’ambiente e con i compagni, è un calciatore davvero forte. In comune con Signori ha il senso del goal e la cattiveria sotto porta, sono entrambi leader in campo. Ma Beppe non era una prima punta. La Nazionale poi è un ambiente diverso, con altri compagni. Basta poco per far cambiare tutto. L’Europeo poi è arrivato a fine stagioni, quando le condizioni non sono ottimali. Ma Immobile è comunque campione d’Europa avendo giocato sempre da titolare: se davvero avesse fatto così male forse non avremmo vinto”.
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