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Felipe Caicedo
Un ricordo indelebile quello lasciato da Felipe Caicedo nelle menti dei tifosi biancocelesti. Memorabile la "zona Caicedo": tante le partite vinte dalla Lazio allo scadere grazie al graffio dell'attaccante, che lo hanno reso immortale nella Capitale. Ai microfoni di Radiosei, l'ecuadoriano ha parlato proprio del momento dei biancocelesti, ricordando anche alcuni momenti vissuti.
"Cerco di seguire sempre la Lazio, in questo momento mi sto godendo a Dubai la mia bimba e mia moglie.
La Lazio mi è rimasta tanto dentro, ho tanti amici ancora li, un bel rapporto con i tifosi, mi sento sempre di dare una pinta in più alla gente laziale ed ai ragazzi che giocano per questa maglia.
I risultati ottenuti con Sarri sono stati importanti, poi il tecnico purtroppo se ne è andato. Il bilancio generale dell'ultima stagione è stato negativo, non l'ho riconosciuta, ha perso identità, ha perso qualità offensiva. Sento ancora i miei ex compagni di squadra, ma ora è un'altra storia. Da quando sono andato via io sono rimasti in pochi, Patric ed Immobile e pochi altri. Non è più la mia Lazio, quella cattiva, quella che ci piaceva, che giocava per vincere.
Non mi sorprendo di quello che Inzaghi sta facendo all'Inter, è bravo, competente, ha uno staff importante. Ogni tanto con lui discutevo, mi faceva sempre entrare nel secondo tempo (ride, ndr). Litigavamo ma dieci minuti dopo ci abbracciavamo. Lui fa la differenza in quel senso, capisce i momenti. Mi trattava come uno importante, mi faceva sentire una pedina essenziale per la squadra.
Cosa vorrei dire ad Immobile? Lui sa che deve tirare fuori quel veleno che ha dentro. Era e resterà sempre un bomber, deve solo essere tranquillo e tirare fuori tutto il meglio che ha dentro. Ha fatto la storia della Lazio, deve essere consapevole che la Lazio ha ancora bisogno di lui. I veri tifosi sono al suo fianco, nessun dubbio.
Il mio gol più importante è stato quello di Cagliari. Ha significato tanto, eravamo in corsa per lo scudetto, stavamo perdendo, è la rete che mi ha dato più gioia. Fu molto bello anche quello alla Juventus. E' stato un bel capolavoro anche di Correa.
Quando alla cena di Natale parlai apertamente di scudetto era perché davvero ci credevo. Eravamo lì, in fiducia, tutti nello spogliatoio ci credevano, io ho avuto il coraggio di dirlo. Purtroppo c'è stato il Covid che ci ha fermato".
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