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Buon viaggio Sinisa. Anima eterna nella storia della Lazio

redazionecittaceleste

Sinisa Mihajlovic non c'è più, ma ciò che resterà sarà il segno delle sue magie in biancoceleste. Una vera storia d'amore immortale nel tempo

Sinisa non c'è più, una notizia arrivata nelle ultime ore che ha squarciato il cuore dei tifosi della Lazio. Sinisa non c'è più e la città che più di tutte in Italia è stata la sua seconda casa lo piange, bagnata da una pioggia mai come oggi inevitabile. Sinisa non c'è più e sebbene la cruda realtà porta dolore e tristezza, la forza e il coraggio messi nella sua battaglia devono essere motivo di orgoglio per chi è stato guerriero, dentro e fuori dal campo. Fino all'ultimo istante. Perché se ora lo sconforto è dominante, quello che è stato Sinisa Mihajlovic per la Lazio dovrà sempre essere motivo di gioia. 193 presenze con la maglia della Lazio, più che con qualsiasi altra squadra, arricchite da 33 gol e 32 assist. Numeri indimenticabili resi grandi dalle magie che hanno fatto innamorare generazioni di tifosi.

Sei le stagioni (dal 1998 al 2004) giocate al massimo con l'aquila sul cuore. Capace, con quella maglia, di vincere trofei nazionali e internazionali e di portare il nome della Lazio in alto come pochi mai sono riusciti. Uno Scudetto (1999/00), due Coppe Italia (1999/00 e 2003/04) e due Supercoppe Italiane (1998 e 2000). A cui si aggiungo i successi europei nella Coppa delle Coppe della stagione 1998-99 e nella Supercoppa Uefa (1999). Il viale dei ricordi fatto delle giocate di Sinisa è lungo e pieno di vere opere d'arte. Uno dei due giocatori - insieme a Beppe Signori che però ne calciò due di seconda - in grado di segnare una tripletta in Serie A con tutte e tre i gol da calcio di punizione. Era il 13 dicembre 1998, in una delle partite per lui più significative (contro la sua Sampdoria), Sinisa diventa l'incubo del suo grande amico Ferron.

Quasi un anno più tardi Sinisa entra di diritto nella storia della Lazio quando, il 14 settembre 1999, la sua punizione vale l'1-1 nella sfida di Leverkusn in Champions League. L'esecuzione magnifica, il gol storico: il primo della Lazio nella massima competizione europea. "Si chiama Mihajlovic la sicurezza Lazio. Gol su punizione: è merito suo il pari di Leverkusen" titolava la Gazzetta dopo la perla del serbo. Sicurezza era, sicurezza rimase per tutto l'arco della sua esperienza biancoceleste. Le sue punizioni sono state un inno alla gioia, tanto da portare i tifosi della Lazio quasi a preferire che a essere fischiata fosse proprio una punizione piuttosto che un rigore perché dopotutto: "Se tira Sinisa è gol".

Un giocatore completo dotato di una visione di gioco unica unita alla qualità di un mancino altrettanto unico. Sinisa per la Lazio è stato tanto. Più delle reti in Champions o nei derby, prima del Mihajlovic calciatore, Sinisa è stato amico e tifoso della Lazio. Un rapporto unico e indissolubile quello con una tifoseria che ha lottato fino all'ultimo accanto a lui, una tifoseria a cui ora resta quel rimpianto di non averlo mai visto seduto sulla panchina biancoceleste. Tifoseria che ora è cosciente che allo stadio, con la sciarpa della Lazio ed il colletto alzato, a tifare ci sarà sempre Sinisa. "Io tifo Lazio", non ha mai avuto motivo di nasconderlo, e la verità è che la Lazio, fino alla fine ha tifato per lui.

Buon viaggio Sinisa, una nuova stella che brilla nel cielo biancoceleste.