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LONDON, ENGLAND - JULY 11: Ciro Immobile of Italy is challenged by Mason Mount and Declan Rice of England during the UEFA Euro 2020 Championship Final between Italy and England at Wembley Stadium on July 11, 2021 in London, England. (Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)
Ricomincio da Wembley. E’ questa l’intenzione del bomber laziale Ciro Immobile. Il ct della Nazionale Roberto Mancini non intende fare a meno di lui, e l’attaccante non è intenzionato a tirarsi indietro. La risposta sul campo è arrivata domenica scorsa, con una tripletta che ha consolidato ancor più il suo regno in cima alla classifica dei marcatori della Serie A. La graduatoria é nobile, ma per trovare un altro italiano dopo l’attaccante della Lazio è necessario scendere fino a Gianluca Scamacca che ha realizzato dieci gol in meno del bomber laziale. Un divario significativo, che marca ulteriormente la superiorità tecnica del capitano biancoceleste.
Le critiche piovute addosso a Immobile dopo l’eliminazione degli Azzurri dalla prossima Coppa del Mondo sono state inaccettabili. La stampa ha bersagliato il giocatore senza rispetto per l’uomo, prima ancora che per il professionista. La risposta arrivata sul campo, e poi in sala stampa, dove Immobile ha alzato i toni per far capire a tutti che non è più disposto a subire passivamente questo tiro al bersaglio. A questo punto, anche il commissario tecnico Roberto Mancini - memore delle sue difficoltà vissute in maglia azzurra da giocatore - dovrebbe intervenire in maniera drastica, sia dal punto di vista mediatico, sia dal punto di vista tecnico.
Il differente rendimento di Immobile tra Lazio e Nazionale è figlio di diverse situazioni. Intanto, le partite di carattere internazionali sono più difficili del campionato. Ma sia in Europa League - che in Champions League - i numeri di Immobile sono buoni. E allora, cos’è che marca la differenza? La risposta è semplice: i giocatori che gli stanno intorno. Mentre alla Lazio Immobile gioca con compagni che sono disposti a mettersi al suo servizio, in Nazionale non ha mai avuto compagni d’attacco in grado di assisterlo in maniera degna. Chiesa, Insigne, Berardi sono tutti attaccanti esterni che cercano il gol prima dell’assist.
Infine, il modulo di gioco. La manovra che sviluppa la Nazionale di Mancini non esalta le caratteristiche dell’attaccante centrale, chiunque esso sia. Mantenere un possesso palla sterile a venti metri dalla porta avversaria, cercando di transizioni da destra a sinistra - e viceversa - non serve a nulla. Non è una critica, è una constatazione certificata dall’eliminazione dal Mondiale. Servirebbe abbassare il baricentro, e aggredire la profondità per dare la possibilità al centravanti di turno di attaccare la porta, senza giocare di sponda o - nella peggiore delle ipotesi - con le spalle alla porta avversaria. I prossimi impegni contro Argentina, Germania e Inghilterra indirizzeranno la scelta di Ciro. Che intanto, ricomincia da Wembley.
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