Gli anni ruggenti sono alle spalle, i trionfi della Lazio di Cragnotti sembrano un lontano ricordo, anche se l’ultimo trofeo è arrivato nella bacheca di Formello soltanto da sette mesi. Ma il club ha cambiato proprietario e gran parte dei giocatori, perché la situazione a livello finanziario è precaria. Tanti campioni se ne vanno, uno ne arriva: si chiama Paolo Di Canio, ha strappato a un contratto di migliaia di sterline con il Charlton Athletic pur di tornare a vestire la maglia della Lazio. “I miei colleghi con i soldi si comprano case, vestiti, auto di lusso. Io rinunciando ai soldi, mi sono comprato la felicità“.
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Lazio amarcord: Di Canio si riprende il derby sedici anni dopo
La Lazio vince il derby nel giorno della Befana, Di Canio trascina la squadra di Papadopulo alla vittoria contro i giallorossi
Il giorno della presentazione a Formello arrivano in diecimila, attendono due ore sotto al sole di agosto soltanto per vederlo da vicino. La stagione parte, ma la squadra resta quasi ferma ai blocchi di partenza. La classifica a ridosso di Natale diventa precaria, salta la panchina di Mimmo Caso. La situazione è drammatica, e lo è ancor più quando il nuovo tecnico Papadopulo in procinto di affrontare il derby, tra infortuni e squalifiche perde diversi giocatori. La Lazio è ai minimi termini. Ma ha Paolo Di Canio. Il fantasista prepara la sfida partendo da lontano, provocando l’avversario, incitando i propri compagni. La notte della vigilia in ritiro non si dorme. Di Canio si presenta a Formello con un dvd, e costringe tutti i compagni di squadra a vedere Braveheart. Scozzesi in terra inglese.
Il pronostico è scontato ma, al 29’ Liverani disegna una traiettoria perfetta, indirizzata verso il numero nove con la maglia biancoceleste che prende il tempo agli avversari, e con una conclusione a metà tra un pallonetto e un tiro a rete, batte Pellizzoli. Il popolo laziale esplode in un boato oceanico, lui va dritto sotto la Curva Sud, come sedici anni prima. “Si, sono proprio io, Sono sempre io… guardatemi, mi vedete?“. L’attaccante è sovrastato dai compagni, e da quel momento in poi sarà un dominio agonistico assoluto, nonostante il momentaneo pareggio che illude al solito i giallorossi. Cesar e Rocchi completano l’opera. Quando viene richiamato in panchina, Di Canio fa spettacolo, benedice gli avversari mostrando le tre dita, allontana i provocatori, arringa la folla che lo acclama come unico condottiero nella battaglia più dura della stagione. E’ un trionfo, è una splendida serata biancoceleste. “Co’ sta maglia addosso, nun c’ho paura de gente“.
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