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Lazio-Genoa
Cancellare la disfatta di Lecce nella serata di D’Amico e delle 100 panchine di Sarri con la Lazio. La missione dei biancocelesti è chiara, lo sanno anche i 40mila tifosi presenti sugli spalti che cantano già a gran voce prima del fischio di inizio. Ma la Lazio è ancora lontana dalla sua miglior condizione fisica e i primi dieci minuti del match lo dimostrano senza possibilità di smentita. Il Genoa spinge, la Lazio aspetta e prova a trovare spazi. Sono però i liguri a rendersi pericolosi per primi, quando al 12’ sbaglia completamente il cross Vasquez. La palla prende una traiettoria incredibile e va a stamparsi sull’incrocio dei pali, dando l prime avvisaglie dei pericoli. Passano quattro minuti, i biancocelesti non reagiscono e Retegui punisce.
Cross dalla sinistra respinto sui piedi di un avversario che calcia e impegna Provedel, la respinta del portiere è centrale: lento Romangoli ad accorgersi del pericolo, lento Marusic a salire e palla sulla testa di Retegui che non sbaglia e porta in vantaggio il Genoa. Gli ospiti, forti del vantaggio, si chiudono dietro, mentre la Lazio prova finalmente a rialzare la testa senza trovare però fluidità di manovra. Protesta Immobile al 30’ per un contrasto in area, ma i replay dimostrano la genuinità del contrasto. È però il segnale che sveglia la Lazio, che ora spinge e chiude il Genoa nella propria area. Al 38’ arriva il giallo per Cataldi, che stende Badelj in ripartenza. Ammonito due minuti dopo per la stessa ragione Frendrup, che cintura Felipe Anderson. Sono molti di più i dubbi al 43’, quando viene steso Zaccagni in area di rigore.
Marinelli dopo il check del Var fa riprendere, le proteste non bastano e i dubbi rimangono. Sono sei i minuti di recupero concessi. Buona nel secondo dei sei minuti l’incursione di Lazzari: palla per Kamada che calcia a botta sicura ma trova una deviazione in corner. Il recupero si trasforma in assedio, ma non basta alla Lazio per trovare il gol del pari prima dell’intervallo. Nessun cambio alla ripresa, stesso identico copione con i biancocelesti che chiudono il Genoa nella propria area. Ci prova Luis Alberto, che impegna Martinez con l’occasione più pericolosa della gara, ma trova solo un angolo. Al 61’ Malinovskyi stende Marusic: giallo inevitabile. Quattro minuti dopo l’occasione più ghiotta capita a Immobile dopo un disimpegno sbagliato di Dragusin: il pallonetto ravvicinato prende la traversa e si spegne sul fondo. Al 66’ primi campi: fuori Marusic, Kamada e Felipe Anderson e dentro Pellegrini, Vecino e Kamada.
Due minuti dopo cambia anche il Genoa: fuori Retegui, Strootman e Malinovskyi e dentro Ekuban, Thorsby ed Hefti. Le prova tutte Sarri a fronte di un Genoa che resiste all’assalto di una Lazio troppo imprecisa: fuori Cataldi, dentro Castellanos al 79’. Pecca ancora di imprecisione la squadra biancoceleste di testa prima con Vecino poi con Castellanos e Gilardino cambia ancora all’85’: fuori Sabelli e dentro Aaron. Il resto del secondo tempo e i cinque minuti di recupero concessi non servono a nulla se non a far ammonire Zaccagni e Immobile e a permettere un altro cambio al Genoa. La Lazio spinge senza idee, il Genoa tiene botta e porta a casa i tre punti. Dopo due gare, Lazio ancora a zero in classifica: sarà durissima, ma serve il cambio di passo già dal Maradona.
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