F. Anderson: “Questa città e la Lazio parte della mia vita. Da piccolo…”

La Lega Serie A ha pubblicato sui propri canali un’intervista a Felipe Anderson, che racconta il suo legame con Roma e con la Lazio nel format Campioni del Made in Italy. Queste le parole del calciatore biancoceleste. “Ho sempre amato il calcio. Chiedevo a mia madre di lasciarmi andare andare a giocare per le strade. I mie primi ricordi, da bambino, sono di me che inseguo un pallone da calcio. Una volta era l’unica cosa che mi piaceva fare, non pensavo ad altro. E ancora oggi è lo stesso. Anche quando sono in vacanza, mi piace mantenermi in forma. Quando mi rilasso penso ancora al calcio, perché oggi è il mio lavoro, ma anche ciò che mi da gioia. I primi ricordi riguardano il calcio.

Quando ero bambino non avevamo internet, non avevamo facile accesso alle informazioni e non potevamo lasciare il Brasile. Non sapevamo molte cose ma a volte guardavamo sola opera o film italiani e pensavamo: ‘L’Italia è così bella, c’è così tanta cultura. Dobbiamo andarci un giorno’. E quanto al calcio ero poco più che adolescente e guardavo il campionato italiano in tv, dal Brasile: c’erano tanti giocatori brasiliani, calciatori straordinari che hanno fatto la storia di alcuni dei migliori club italiani. Ho sempre guardato il calcio italiano, lo considero l’élite del calcio ibernazione e ho sempre desiderato farne parte.

Penso che la storia dell'Italia ha sempre avuto un ruolo importante nella vita dei suoi cittadini. Gli italiani hanno sempre avuto una mentalità molto aperta e credo che questa mentalità abbia aiutato la ricerca scientifica a diventare una risorsa principale nella nazione e nel servizio sanitario internazionale. Penso che sia molto importante e sono molto orgoglioso di vivere in un paese così impegnato nel sostenere il servizio sanitario e la ricerca sui dati. Anche per questo sono orgoglioso di vivere qui. Dobbiamo sostenere la ricerca scientifica, per accelerare il recupero fisico, essere pronti, allenarci, per giocare al meglio e avere tempo per riposarci. Dobbiamo avere fiducia nella scienza, nei programmi di recupero che ci fornisce e nei nuovi dispositivi che ci aiutano a ridurre i livelli di affaticamento.

Non possiamo vivere senza la scienza nella nostra vita, perché questo sport sta diventando sempre più competitivo, fisico, e c’è meno tempo per allenarsi. Dobbiamo quindi affidarci alla scienza, che sta diventando sempre più accurata. Sono molto utili i dispositivi e le ricerche sul recupero fisico, soprattutto l’approccio naturale: il sonno, il cibo, il riposo. Ma c’è sempre un momento in cui dobbiamo affidarci alla scienza per capire come funziona il nostro corpo e come ripristinarlo con successo. Quindi la scienza non può essere separata dal calcio.

Dove vivo ci sono tanti tifosi laziali, hanno sempre le loro bandiere e le loro magliette, c’è sempre qualcuno che mi riconosce. Quindi ovunque andiamo incontriamo i tifosi della Lazio. Ci sono tanti simboli e cose legate alla Lazio a Roma. Ne vedo parecchi mentre vado allo stadio, a Roma la gente respira calcio, ci pensa 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Anche quando vai a fare una passeggiata in città con la famiglia mi capita di imbattermi in qualcuno che grida ‘Forza Felipe, forza Lazio’. È fantastico e mi rende felice, mi piace incontrare i fan e chiunque mi riconosca. Li adoro ed è il motivo per cui lavoro duro per essere riconosciuto come un calciatore di talento. Per noi calciatori questo è l’obiettivo principale, e vivere questa parte della città e vedere il ponte con il simbolo del club laziale è davvero gratificante e penso che qualsiasi persona o calciatore vorrebbe vivere questa esperienza.

Quando ho tempo di visitare Roma con la mia famiglia li porto sempre a fare un giro. Penso di aver visitato ogni monumento almeno dieci volte, è adorabile e pieno di storia, anche se non ho abbastanza tempo libero per dedicare tutte le ore necessarie a imparare la storia: ogni monumento ha una storia molto lunga, per questo visitiamo spesso gli stessi siti - come ho detto, anche dieci volte - così da poter ammirare la grandiosità di ogni monumento. Tutti i posti di Roma sono speciali, ma cerco di portarli sempre al Colosseo, al Vaticano, al Pantheon, a Fontana di Trevi. E alla fine del tour e dopo aver visitato i monumenti sono molto emozionati dalla storia e dal fatto che viviamo qui. Rimangono così impressionati che chiedono sempre: ‘Perché non viviamo qui vicino o perché non passiamo tutta la giornata qui? È così bello’. Rimangono stupefatti.

Se dovessi descrivere Roma a un amico, direi che vivere e passeggiare per Roma è come stare in un film per via della sua storia. È come vivere in un museo dove ogni luogo ha una personalità diversa.ovunque guardi c’è qualcosa di bello, qualcosa di maestoso. C’è sempre un monumento che vuoi visitare o fotografare per sapere che è antico. Questa è Roma. Sono arrivato quando ero molto giovane e volevo fare la storia del calcio, sto portando avanti il mio obiettivo con la Lazio e penso che stiamo facendo bene. E posso dire la stessa cosa della mia vita personale.

Mia moglie brasiliana ma ci siamo sposati qui, mia figlia è nata qui. La mia vita sarà sempre segnata dalla città di Roma e dalla Lazio, perché ho vissuto momenti bellissimi qui a Roma, i ricordi più importanti nella vita di una persona, di un essere umano. Le cose belle che mi sono successe sono accadute qui. Così Roma resterà nel mio cuore. Apprezzi l’importanza delle cose quando pensi alle persone meno fortunate, alle persone che vivono una vita meno dignitosa. Quindi spero che Roma contini a essere una città così accogliente, che le persone possano continuare a vivere le stesse incredibili esperienze che abbiamo avuto con la mia famiglia. E spero che le cose migliorino per i romani meno fortunati”.

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