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Addio Eriksson, Onorato: “Sven, buon viaggio e abbraccia Sinisa”

Alessandro Onorato
Il cordoglio dell’assessore capitolino per la scomparsa dello svedese: “Si è guadagnato rispetto da entrambe le sponde calcistiche romane”
Stefania Palminteri Redattore 

Con un lungo messaggio social prima, poi contattato da Adnkronos, l’assessore Sport, al Turismo e alle Politiche giovanili Alessandro Onorato ricorda Sven-Goran Eriksson. Queste le sue parole sui profili social: “Nonostante una gravissima malattia annunciata, la scomparsa di Eriksson è un tuffo al cuore. Non possiamo non celebrarlo con grande affetto, nostalgia e rispetto. Lo ricorderemo come una persona perbene, come lui si augurava che lo ricordassimo, ma anche come un esempio per tutto il mondo del calcio e anche come un romano acquisito, visto che ha allenato sia Roma sia Lazio. Eriksson si è guadagnato rispetto da entrambe le sponde calcistiche romane. Rimane in particolare nel cuore di noi tifosi laziali perché è riuscito a portare uno scudetto tanto sperato, sofferto e vinto anche in modo rocambolesco. Grazie Sven, buon viaggio e abbraccia Sinisa…”.

L’assessore Onorato si esprime poi così ai microfoni di Adnkronos: “Una persona straordinaria sia dal punto di vista sportivo sia umano. Nonostante una malattia stra annunciata, la sua morte è stato un tuffo al cuore. Non possiamo non ricordarlo con grande affetto, nostalgia e rispetto. Si augurava, in una delle sue ultime dichiarazioni, che lo ricordassimo come una persona perbene. Noi non solo lo ricordiamo come una persona perbene ma come
un esempio per tutto il mondo del calcio e anche come un romano acquisito, visto che ha allenato sia Roma sia Lazio. Eriksson si è guadagnato rispetto da entrambe le sponde calcistiche romane.

Rimane poi nel cuore di noi tifosi laziali perché è riuscito a portare uno scudetto tanto sperato, sofferto e vinto anche in modo rocambolesco. Ero un adolescente, era il periodo della scuola, e da laziale ero abituato a soffrire e a non primeggiare, invece la squadra di Eriksson era un squadra che vinceva in Italia, in Europa, batteva il Manchester United in Coppa europea, vinceva la Coppa delle Coppe. Penso che per tutti gli amanti di sport la morte di Eriksson sia come perdere una persona cara, una persona vicina. Il modo, la lucidità con cui ha affrontata la malattia è stato un esempio e uno stimolo per tante persone che nella propria sofferenza affrontano malattie gravi”.