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Luiz Felipe
La Lazioricompone i cocci, ancora una volta. Al Mapei Stadium si è concretizzata la sesta sconfitta stagionale, ed i biancocelesti hanno messo in un luce una coazione a ripetere talmente brutta da non crederci: i soliti errori, gli ennesimi. Ecco allora che, come nel giorno della marmotta, riviviamo sempre lo stesso scenario: sconfitta, confronto a Formello, promessa a ripartire. Il loop deve spezzarsi con le vittorie e la continuità. Ieri nel quartier generale Sarri ha tenuto i suoi chiusi nelle stanze, tutti insieme hanno rivisto la debacle di Sassuolo ed hanno analizzato gli aspetti critici, tutto rigorosamente tra loro, il presidente Lotito - anche per volere di staff tecnico e gruppo - è rimasto escluso dalla riunione.
Sul banco degli imputati sono finiti tutti, ma la gran parte delle critiche avanzate dall'allenatore sono riguardate la difesa, e nello specifico Francesco Acerbi. Ace è il leader difensivo, tiene lui la linea, quindi quando sorgono problemi - problemi che attestano questa difesa come la peggiore dagli anni 80 - a cascata ricadono su di lui. Il classe 1988 ha abbassato troppo la linea nel secondo tempo del Mapei, concedendo così spazio e metri per avanzare agli attaccanti del Sassuolo. Sarri gli chiede di stare alto, lui è spesso sordo a tale richiesta.
Viene scontato chiederselo: Acerbi si confà ai dettami tattici di Sarri? Più adattabile risulta essere Luiz Felipe. L'italo brasiliano sembra essersi meglio adattato alle richieste del nuovo allenatore, ed il suo rendimento è tutto sommato positivo. D'altronde Maurizio, da tempi non sospetti, va dicendo di voler puntare forte su Ramos in vista del futuro. Tare deve aver recepito il messaggio, visto che i negoziati per il rinnovo - è in scadenza nel giugno 2022 - sono ripresi con tutta forza. Secondo quanto riferito da Nicolò Schira, le parti sarebbero pronte a siglare un accordo fino al 2026 da 2,6 milioni a stagione. Allora sì, che Luiz Felipe potrà diventare il nuovo leader della difesa laziale.
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