- Lazio News
- Calciomercato
- Rassegna Stampa
- Serie A News
- Pagelle
- Primo Piano
- Video
- Social
- Redazione
nazionale
Zauri
Intervistato da tag24.it l'ex calciatore e capitano biancocelesteLuciano Zauri commenta la triste spedizione azzurra in Germania, conclusasi con un pesante 2-0 contro la Svizzera, difendendo Immobile per l'accanimento e le critiche ricevute negli anni passati.
Disastro Italia, per la prestazione più che per il risultato. Cosa ti ha deluso maggiormente?
“Da italiano la delusione è stata enorme. Dispiace perché dopo il gol arrivato all’ultimo secondo con la Croazia, speravo che potesse essere scoccata quella scintilla capace di farci passare il turno e di approdare ai quarti di finale. Mi aspettavo molto più entusiasmo da parte della squadra, e speravo di vedere quel carattere che non era emerso nelle partite del girone. Credo che sia stato l’atteggiamento a deludere tutti, a partire da Spalletti e fino ad arrivare ad ogni singolo calciatore degli Azzurri. Sono convinto che nella loro testa ce l’abbiano messa tutta, ma non lo hanno fatto nei fatti, tanto è vero che siamo usciti dagli Europei praticamente senza mai giocare”.
Tanti cambi, di modulo e di formazione. Quali sono le colpe di Spalletti e ti aspettavi che incidesse in modo diverso?
“Spalletti non ha certo la bacchetta magica e tutto ciò che è riuscito a fare nel corso della sua carriera è stato frutto di grande lavoro, di tempo e di pazienza. Purtroppo però, tolto l’ultimo Europeo vinto, veniamo da un decennio di delusioni, soprattutto Mondiali. Questo deve dire molto rispetto a ciò che è il calcio italiano in questo momento, ovviamente dal punto di vista della Nazionale, ma non delle squadre di club, perché siamo arrivati in fondo anche in competizioni internazionali. Come Italia però stiamo faticando molto. Oggi non si può più pensare a un solo modulo, ma si devono avere in mente più soluzioni. D’altronde in squadra ci sono calciatori abituati a giocare con schemi diversi l’uno dall’altro. Probabilmente contro la Svizzera, soprattutto nella seconda parte, si sarebbe potuto fare qualcosa di più a livello di sistema di gioco, ma ormai è tardi”.
Grossi problemi a livello offensivo, col senno di poi, giusto non convocare Immobile?
“Nei confronti di Immobile si sono fatte sempre troppe chiacchiere, e qualche anno fa c’è stato un vero e proprio accanimento, per qualche gol mancato, nonostante l’Europeo vinto. Lui però c’era ed è stato tra i migliori. Gli assenti non hanno mai ragione e le scelte che ha fatto il Ct vanno assolutamente rispettate, però poi quando il risultato è così evidente, è normale che riaffiorino anche questo tipo di polemiche. Da allenatore non mi sento di criticare nulla, anche perché soltanto chi sceglie sbaglia”.
I 2 Mondiali saltati e ora questa eliminazione, nel mezzo la vittoria dell’Europeo che ha gettato fumo negli occhi. Come può tornare grande l’Italia?
“Il calcio è ciclico, d’altronde noi abbiamo vinto nell’82 e la volta successiva nel 2006. Nel mezzo ci sono stati sì grandi talenti, ma pochi risultati dal punto di vista di Mondiali o Europei vinti. Dobbiamo essere bravi a ripartire in questo momento di grande amarezza, ma non dobbiamo essere troppo drastici perché è troppo facile buttare fango su questi ragazzi o sull’allenatore stesso, che ha cercato di fare il bene dell’Italia. Questa cosa non mi piace. Spalletti è tra i migliori che abbiamo e sono sicuro che avrà tempo e modo per ripartire, sistemando un po’ le cose. Sono d’accordo con lui quando dice che ha avuto poco tempo, quindi sono convinto che in futuro sarà molto, molto meglio”.
Mancano i grandi campioni e non si investe più sul settore giovanile. Ti aspettavi che Gravina potesse fare un passo indietro?
“Servirebbe un grande investimento sulle strutture e sugli istruttori, per quel che riguarda i giovani. Questo è quello che si sente dire maggiormente in giro, ma questo problema ce l’hanno anche le altre Nazioni. Io credo che bisogna semplicemente stare tranquilli, e analizzare con razionalità le cose, anche se in questo momento sembra tutto nero. L’Italia è sempre stata una Nazione che ha portato grandi talenti, in tutti i ruoli e ora non è tutto da buttare, mi auguro soltanto che si possa ripartire in fretta. La bacchetta magica non c’era nessuno, ma c’è bisogno di programmazione. Bisogna dare fiducia all’allenatore che si è scelto, senza pensare di poter cambiare ogni quattro partite. E poi si deve avere il coraggio di dar fiducia a qualche giovane e di farlo giocare anche se sbaglia, con continuità. Ci vuole pazienza, sotto tutti i punti di vista”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA