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Nazionale, Tacchinardi: “In Italia c’è solo business: così si fa male ai ragazzi”

Stefania Palminteri Redattore 
Le parole dell'ex calciatore sulla nazionale di Luciano Spalletti e sulla gestione dei giovani calciatori in Italia: “Vi spiego gli errori”

L’Europeo si è concluso, ma fa ancora rumore la delusione per il percorso degli Azzurri di Luciano Spalletti. Poche gioie - arrivate principalmente da Donnarumma e da uno Zaccagni fin troppo ignorato - e tante scelte difficili da capire, sommate a prestazioni non degne della maglia Azzurra. Proprio a riguardo si è espresso Alessio Tacchinardi ai microfoni di dotsport.it. Queste le sue parole: “Il livello in Italia non si è di certo alzato negli ultimi anni. Ripartire, così, è davvero difficile. Se pensiamo che recentemente il Lecce ha vinto il campionato Primavera con tutti stranieri, è evidente che l’individuazione e la formazione dei talenti è un problema. Ormai si va solo sul business, non ci si prende il tempo di far crescere i ragazzi. Non gli si dà il tempo di sbagliare. Per creare la nazionale bisogna andare a cercare gli antenati di giocatori, come Retegui, che non fanno nemmeno la differenza”.

L’Italia è davvero inferiore rispetto alla Svizzera?

Non nella misura che è emersa nello scontro diretto. Questo è grave. Ormai si ha la sensazione che la nazionale non senta più nemmeno la responsabilità della storia e della tradizione. La differenza che si è vista in campo, in realtà, non c’è”.

A Spalletti imputa qualcosa?

I giocatori non sono stati inseriti nei loro ruoli. Questo per me è un errore. Pellegrini largo a sinistra non sa giocare. Non rende come potrebbe. Barella perché regista? Non sono state esaltate le caratteristiche di alcuni dei giocatori migliori. Zaccagni, per esempio, avrebbe dovuto giocare di più perché sembrava stare meglio degli altri e andava sfruttato. Ho avuto la sensazione che si seguissero più le idee di Spalletti che non le qualità dei giocatori. Detto questo però Spalletti lo considero un top assoluto. Bisogna dargli tempo. È in un nuovo ruolo, capirà i suoi errori”.