Un disastro annunciato. Si potrebbe definire così quanto visto ieri sera in Olanda nella semifinale di Nations League. Ha vinto con merito la Spagna, ha fallito ancora una volta il progetto - ammesso ne esista uno - di Roberto Mancini. Il CT aveva giustificato le sue scelte nelle convocazioni con la volontà di premiare chi aveva portato gli Azzurri fino a quel punto. Ma quanto visto in campo difficilmente giustifica questa volontà. A casa buona parte dei protagonisti della stagione per far spazio a chi non gioca quasi mai nel proprio club. O a chi, invece, è finito in campionati di basso livello senza tuttavia riuscire a distinguersi particolarmente nella propria squadra.
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Italia, disastro annunciato. La strategia di Mancini? Zero idee e scelte kamikaze
L’Europeo vinto con sufficiente merito e determinante fortuna è ormai soltanto un ricordo lontano. Non inganni il girone vinto in Nations League, tra le competizioni meno affascinanti e più discutibili di sempre. A fare da metronomo deve essere piuttosto il secondo fallimento consecutivo nei gironi di qualificazione al Mondiale. Un’onta per il calcio italiano, passata in sordina senza lasciarsi dietro colpevoli. Come se non fosse abbastanza per l’Italia non partecipare a un Mondiale, come se fosse normale non farlo addirittura per due volte di fila. Difficile dimenticare poi le scelte, definite da parte degli addetti ai lavori coraggiose e illuminate, che appaiono oggi più come una totale assenza di idee, a voler essere gentili.
Il progetto Mancini, ammesso ce ne sia mai stato uno, oggi appare come un totale fallimento. Soprattutto quando a casa restano, guardando solo in casa Lazio senza allargare ulteriormente lo sguardo, calciatori come Zaccagni, Casale e Romagnoli. Meglio far giocare Zaniolo, cinque gol e un rosso in dieci partite nell’estremamente competitivo campionato turco. Meglio far giocare Bonucci, fuori dai titolari anche nel club e disastroso protagonista ieri sera. Sicuramente, meglio per Sarri se i calciatori della Lazio rimangono in vacanza o a Formello piuttosto che andare in Nazionale. Difficile, però, che sia meglio per il sistema calcistico italiano. Le pessime figure iniziano a essere troppe, le idee - e la volontà - di Mancini sembrano invece essersi esaurite. Il silenzio della Federazione, invece, non sembra mai essere abbastanza. Ma forse è il caso che qualcosa si muova, prima che sia troppo tardi e che arrivi l’ennesima onta per il calcio italiano.
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