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Nazionale, Immobile: “Il mister mi conosce. Il senso di appartenenza è tutto”

Immobile
Tutte le parole del neo capitano della Nazionale Ciro Immobile ha raccontato in conferenza le sensazioni in vista della gara con la Macedonia

Finalmente l'esordio della prima Nazionale di Luciano Spalletti. Questa sera l'Italia scenderà in campo contro la Macedonia per continuare il proprio cammino verso il prossimo Europeo. Grande soddisfazione in casa Lazio visto i 5 giocatori, nessuno al pari dell'Inter ne ha dati tanti, convocati in azzurro cui si aggiunge la nomina a capitano di Ciro Immobile. Proprio il bomber di Torre Annunziata ha raccontato le emozioni della fascia, oltre che le sensazioni in vista della gara.

"La fascia da capitano è davvero un enorme orgoglio per me e la mia famiglia, perché quando si inizia giocare a calcio, e vuoi fare questo lavoro, indossare la maglia della nazionale è un traguardo incredibile, bellissimo emozionante da raccontare ai nipoti. Poterlo fare con fascia da capitano lo è ancora di più. Ovviamente sono felice che il mister abbia scelto me, so che è una grande responsabilità. Però non ho paura di questo darò tutto me stesso fuori e dentro dal campo.

Il mister mi conosce, io conoscevo meno il suo modo di fare. Aldilà dell’aspetto tecnico e tattico che vedete, quello che mi ha impressionato più di lui è l’aspetto morale di voler parlare sempre con i giocatori. Soprattutto quanto ci tenga lui al senso di appartenenza che ognuno di noi debba mettere quando indossa questa maglia e da quando viene chiamato dal primo giorno a Coverciano. Devo dire che sono molto legato ad ogni allenatore, ho cercato sempre di prendere dagli allenatori che dai commissari tecnici.

Tutti i ct puntavano sul senso di appartenenza, però a volte quando arrivi in un momento della carriera dove hai una forte delusione come la mancanza del Mondiale, non viene meno il senso di apparenza. Ma hai bisogno di uno stimolo nuovo, di un incoraggiamento in più. Sotto il punto di vista dell'allenatore è stato molto importante. Con Mancini abbiamo vissuto una bellissima storia di una vittoria importante e di una grandissima delusione. Dopo quest'ultima probabilmente anche io mentalmente avevo bisogno di cambiare. Per questo l'arrivo di Spalletti mi ha aiutato ma il senso di appartenenza è sempre rimasto dal primo giorno a Coverciano".

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