Le lacrime al fischio finale fotografano la delusione legittima di un'intera nazione. Sarà che la Svizzera è un déjà-vu di un film già visto (nel 2022 il pareggio contro gli elvetici costò il secondo posto e i playoff alla qualificazione mondiale). Sarà il cambio di guida tecnica da Mancini a Spalletti. Sarà il titolo di campione d'Europa in carica, conquistato appena 3 anni fa a Wembley. Ma le speranze azzurre a Euro 2024 erano quelle di un percorso decisamente più ambizioso.
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Disastro Nazionale, un altro fallimentare capitolo: che fine ha fatto l’Italia?
Il gol al fotofinish di Zaccagni contro la Croazia, che ha regalato il pass per gli ottavi, si pensava potesse far scattare qualcosa nella testa dei calciatori, spaesati nei cambi repentini di un sistema di gioco privo di idee del ct Spalletti. Principale responsabile del disastro in terra tedesca. Difficile leggere nei piani del commissario tecnico. Convocazioni, forse, sbagliate in partenza con l'idea di giocare con il 3-4-2-1, accorgendosi poi, a competizione iniziata, che forse era meglio rispolverare un 4-3-3 di napoletana memoria. Ma che di quel Napoli aveva ben poco. L'Italia è mancata anche solo in termini di spirito competitivo.
Letture altrettanto difficili da spiegare. Esemplare la scelta di far partire dalla panchina Zaccagni, eroe di Lipsia, accorgendosi poi dell'errore all'intervallo tra primo e secondo tempo, quando il punteggio recitava già 1-0 per gli avversari. Convocazioni di favore, come Meret e Raspadori rispetto a Provedel e Orsolini (per fare due nomi) o alla vecchia conoscenza del ct, Politano. E dosi di fiducia sconfinate a un Di Lorenzo irriconoscibile sono più che un indizio. E fanno una prova schiacciante: non poteva bastare un Donnarumma - fin troppe volte - salvifico per regalare un futuro diverso a questa Nazionale. Almeno Gigio ne esce da leader, facendo ricredere chi lo ha screditato a lungo, come avvenuto in passato anche con chi a casa ha il merito di poter lucidare una Scarpa d'Oro.
L'Italia dei tempi andati sembra finita in un vortice distruttivo, tra gestioni tecniche fallimentari e risultati che deludono una tradizione sportiva di tutt'altro livello. Che un miracolo salvi gli azzurri, con l'augurio che si possa ripartire da zero. E bene. Passi falsi non sono più ammessi.
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