L'Italia si è qualificata prima nel proprio girone di UEFA Nations League, grazie alle ultime due vittorie sull'Inghilterra e sull'Ungheria. È bastata la rete di Raspadori contro la squadra di Southgate, affinché gli Azzurri potessero vincere per 1-0 a San Siro, mentre è terminata 0-2 il match contro gli uomini di Marco Rossi alla Puskas Arena di Budapest.Roberto Mancini sembra aver ricompattato il gruppo dopo la fallimentare esperienza del Mondiale.
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Azzurri, torna a parlare Mancini: “Non meritavamo l’esclusione dal Mondiale”
Si riparte
“Siamo felici per quanto fatto in questa settimana ma purtroppo è un brodino in confronto a ciò che abbiamo passato negli ultimi mesi. Non mi passa perché non meritavamo l’esclusione dal Mondiale. L’Inghilterra che abbiamo battuto a San Siro potrebbe vincere il Mondiale, ma anche l’Ungheria era veramente forte. I ragazzi hanno messo tutto in un momento in cui la condizione non è al massimo peraltro. La Nazionale dà qualche delusione ma anche soddisfazioni: se si riesce a migliorare qualcosa e dare un po’ più di fiducia ai più giovani e gli si permette di sbagliare. Io da giovane ho fatto tutto e capisco chi sbaglia. La porta della Nazionale è aperta a tutti, anche a coloro che hanno avuto un comportamento sbagliato. Basta chiedere scusa e si viene subito riaccolti”.
Ricordi dolci-amari
“Perché sono rimasto? Sinceramente non lo so, in quel momento volevo solo girare pagina perché è andata male. Però vincere l’Europeo dà una gioia incredibile. Ora dobbiamo aspettare qualche anno e poi vogliamo riprovare quelle emozioni». Roberto Mancini ha poi continuato: "Per me sono stati 40 anni straordinari con l’Italia. Quando ho esordito io non avevamo nulla di tecnologico, era tutto fatto a vista anche se l’occhio non sbaglia. I mezzi di oggi ci hanno dato grande mano però è veramente tutto cambiato da tanto tempo: avere due/tre telecamere con noi ha significato doverci adeguare anche a quello. La vita ormai è questa e bisogna saperci convivere. I dati? A volte le cose le vedi già in partita e poi i dati le confermano. I dati sono importanti: sono un elemento a cui non si può rinunciare".
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