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ROMA – Non è servita la lezione di Cluj, Inzaghi persevera. A parole dice di tenere eccome all'Europa, di fatto la snobba. Le scelte indicano la via, preferenza al campionato per centrare la Champions stavolta. Altrimenti non si spiegherebbe come, contro una squadra forte come il Rennes, dopo la sconfitta al debutto, il tecnico abbia deciso di cambiare otto 11 della formazione vincente col Genoa. Una follia di fronte quasi all'ultima spiaggia.
Alla seconda giornata d'Europa League, la Lazio si trova già a un bivio. Un altro ko contro il Rennes potrebbe seriamente compromettere la qualificazione ai sedicesimi. Eppure fa finta di nulla, Inzaghi. O meglio, in conferenza parla di una finale, poi però mette quasi tutte le riserve nell'undici titolare. Contro la formazione, sulla carta e secondo lui stesso, più forte del girone. In difesa spazio a Vavo e Bastos che, in Romania, hanno combinato un disastro. A centrocampo fuori tutti, dentro Lazzari, Parolo, Cataldi, Berisha e Jony. Dice di volerli testare, Inzaghi, ma mica è un amichevole fra amici. E' la gara che potrebbe compromettere tutti i piani. Anche perché sarà tostissima a Glasgow contro il Celtic. Speriamo solo che stavolta Simone abbia ragione e trovi dalle seconde linee una risposta d'orgoglio e d'onore. Altrimenti sarà evidente il cambio di copione. E anche il responso del mercato: l'Europa League non conta, perché è impossibile essere competitivi su tre fronti senza panchina.
Cittaceleste.it
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