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Mazza che beffa: la Lazio si specchia, spreca e poi crolla

redazionecittaceleste

Divorate troppe occasioni nel primo tempo, la squadra era stanchissima nel secondo. Appena tre punti così racimolati con la Spal negli ultimi tre anni

ROMA - Mazza che beffa. Un'altra. La maledizione in questo stadio continua, la Lazio deve fare mea culpa. Getta al vento un tempo, troppe occasioni come nella stracittadina. Si piace troppo e alla fine paga. Kurtic nel recupero la purga. La storia non ha insegnato nulla, Inzaghi dopo l'anno scorso aveva invocato la prestazione perfetta. Invece la sua squadra persevera. Fa la spavalda, lascia la Spal moribonda, poi stanca nella ripresa crolla.

E' questo l'aspetto che Inzaghi deve correggere ancora. Nel derby era costato il pari, adesso arriva la prima sconfitta. Non è sfortuna, è l'ennesimo peccato di superbia. Perché non si può arrivare così tante volte davanti alla porta e non centrarla. E' un replay dopo la sosta. Immobile segna, ma lui né nessun altro raddoppia. Correa e Milinkovic entrano e non spostano nulla. E allora, dopo Petagna, nel recupero Kurtic fa impazzire i tifosi di casa. Contro la Lazio per la seconda volta consecutiva. Appena 3 punti racimolati in tre anni dai biancocelesti a Ferrara. Per il quarto posto non se ne possono più lasciare altri così per strada.

TURBO

E pensare che stavolta tutto stavolta sembrava in discesa. Complici acciacchi e fatiche delle Nazionali, Inzaghi conferma le scelte della vigilia. Davanti fuori Correa tornato tardi dall'Argentina, dentro Caicedo. E' proprio il Panterone all'esordio il più attivo: in un lampo stoppa e al volo colpisce il palo. Una manciata di secondi dopo, viene atterrato in area da Tomovic e, con un consulto infinito del Var, Calvarese concede il rigore per il tocco di mano. Immobile lo trasforma, spiazzando Berisha alla sua sinistra dal dischetto. Sembra tutto pronto per il volo perché la Lazio non si ferma un attimo e mette la Spal all'angolo. Il gioco è fluido, il pressing asfissiante con Luis Alberto e Caicedo in raddoppio. Leiva ringhia su ogni avversario. Parolo è indemoniato, corre a tutto campo e per poco non trova il raddoppio. Caicedo se lo divora al lato, Luis Alberto sbaglia prima in diagonale e poi calcia alto. La Lazio spreca e la Spal inizia a prendere coraggio. Patric, schierato dall'inizio per avere più iniziativa in attacco, comincia ad accumulare un fallo dietro l'altro e sopratutto si becca il giallo. E' nervoso, a inizio ripresa Inzaghi non ci pensa un attimo a sostituirlo col debuttante Vavro. Lazzari comunque non lo aiuta su Di Francesco, a destra come nel derby è emozionato e sotto tono.

TILT

E' incredibile l'epilogo. Perché la prima parata di Strakosha (botta di Kurtic) arriva addirittura al sessantesimo. E' però il preludio al pareggio, con un eurogol di Petagna in semirovesciata, che controlla e si gira tutto solo. Pesa pure l'errore di Radu che, sul corner di Di Francesco, si lascia sovrastare dalla torre Tomovic in volo. Inzaghi fa subito un doppio cambio (dentro Milinkovic e Correa) per ritrovare un impeto, ma Semplici lo beffa ancora dal punto di vista tattico: sposta a destra Di Fracesco e, dopo Patric, anche Radu (ammonito) e Lulic impazziscono. Kurtic raccoglie i suoi cross, ci prova due volte di testa, ma alle terza va segno con un semplice piatto. E' lo sloveno a lanciare l'azione addirittura da centrocampo, a lanciarsi e a raccogliere il primo tiro in area di Strefezza ribattuto. In pieno recupero, la Spal potrebbe chiudere con un bottino più ampio. Basta guardarsi allo specchio o la Lazio non vedrà mai il riflesso della Champions.

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