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ROMA - Da Mago a Re. L’evoluzione di Luis Alberto sta avvenendo, adesso sono 11 i suoi assist. E’ il migliore in Italia e in Europa. Luis Alberto la corona di monarca se l’è conquistata a suon di prestazioni fuori dal normale. Di cui gli assist sono solo la punta dell’iceberg. E’ l’uomo che ormai detta i ritmi, gestisce il gioco e dai cui piedi partono tutte le azioni offensive biancocelesti. La sua presenza in campo è fondamentale per Inzaghi. Poi ci sono sempre assist e assist, molti sono da copertina altri invece più semplici. Con quelli effettuati sabato contro la Juventus lo spagnolo ha raggiunto quota 11. Un’enormità. Nessuno nel nostro campionato era mai riuscito ad arrivare in doppia cifra prima di Natale.Con questo ritmo Luis a fine stagione può aggiornare tutti i record. Per adesso si ‘accontenta’ di essere al vertice della classifica italiana ed europea della specialità. In Serie A precede il romanista Pellegrini (a quota 6) e un terzetto a quota 5, composto dal compagno Immobile, dal genoano Ghiglione e dal parmense Kulusewski. Ma anche nella graduatoria relativa ai cinque tornei europei più importanti il giocatore della Lazio guarda tutti dall’alto verso il basso. Il più immediato inseguitore è Kevin De Bruyne con nove assist.
L’ASSIST DI SIMONE
Sabato ancora una volta ha fatto doppietta di assist. Era già successo nella prima partita stagionale contro la Sampdoria. E anche questo è un primato. Ciò che rende orgoglioso Inzaghi è che questi assist non vengono dal nulla, ma sono frutto di prestazioni a livelli eccezionali e si combinano con giocate e ritmi di livello. L’allenatore della Lazio ha grandi meriti nell’esplosione del talento spagnolo. Gli ha dato tempo e tranquillità nel suo primo anno laziale. Sembrava un corpo estraneo alla squadra, destinato ad essere scartato a fine stagione. Lo ha lanciato l’anno successivo, scrive Gazzetta, mettendolo al centro del progetto trattenendolo la scorsa estate, quando Luis era fortemente tentato dai desideri del suo Siviglia.
IN SPAGNA
Il numero che indossa, passato direttamente dalle mani di Felipe Anderson, è sempre stato una meledizione tra i biancocelesti. Prima Zarate, poi Felipe Anderson, e quando arrivò il turno di Luis si pensò subito all’involuzione. E all’inizio quel numero pesava, la scorsa stagione non brillò come la precedente. Oggi invece gli sta invece a pennello. Soprattutto da quando Inzaghi ha arretrato di qualche metro il suo baricentro. Non più trequartista, ma interno di centrocampo. Con la possibilità e il dovere di svariare un po’ dappertutto, dove lo porta il suo istinto di grande prestigiatore. La sua fantastica ed irresistibile ascesa ha un solo neo. Che nella sua Spagna non l’hanno capita fino in fondo. Non si spiega altrimenti il motivo per cui in nazionale faccia solo sporadiche apparizioni, senza peraltro l’opportunità di mostrare il suo valore. Va bene che la Roja è stracolma di talenti, ma un posto a questo Luis Alberto non può non essere trovato.
Cittaceleste.it
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