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gazzanet
ROMA - Un giocatore della Lazio che in questa stagione ha confermato quanto di buono fatto negli ultimi sei mesi di quella precedente è Felipe Caicedo. Di lui ha parlato il suo ex ct dell'Ecuador, Gustavo Quinteros, ovvero il motivo per il quale la Pantera non gioca più con la Tricolor. Felipao non fu d'accordo con l'esonero di Quinteros nel 2017, e così ruppe con l'Ecuador. Intervistato da Il Corriere dello Sport, ecco come il tecnico ha parlato di Caicedo.
Mica male il “suo” Caicedoin Italia...
"Mai avuto dubbi sulle sue qualità. È un attaccante molto tecnico, ha segnato gol pesanti, fa sentire la sua presenza in area. Ne ho visti pochi così bravi, ha tocco e fisico. Un calciatore completo, un professionista assoluto".
Meglio il Caicedo attuale o quello del suo Ecuador?
"Sta aiutando la Lazio giocando ai massimi livelli, uno degli artefici principali della corsa scudetto. Non so se sia il momento migliore della sua carriera. Insieme abbiamo condiviso l’esperienza in Nazionale, con me ha segnato tantissimo nel 2015 e nel 2016".
Tante soddisfazioni, tra tutte la vittoria in Argentina. Poi cos’è successo?
"Espugnammo Buenos Aires, partita straordinaria, Caicedo realizzò il raddoppio. All’inizio le vincemmo tutte, quattro su quattro, eravamo primi. Le difficoltà sono subentrate dopo. I cambi nella Federazione crearono problematiche: arrivarono persone inadeguate, molti giocatori non si trovarono bene, c’era un malcontento generale".
Caicedo tornerà mai a giocare con l’Ecuador?
"Non so cosa potrebbe succedere in futuro. Sicuramente darebbe una grossa mano alla propria Nazionale".
Alla Lazio si è preso una bella ri-vincita dopo la prima stagione...
"Ha lasciato l’Ecuador da giovane, ha lottato in tutti i posti in cui ha giocato, niente è stato facile per lui. Non ha mai smesso di lavorare e crederci, sono contento di ciò che sta facendo. La Lazio è un club molto importante".
La sua migliore qualità?
"È un calciatore positivo, tutti gli allenatori vorrebbero averlo nella propria rosa. Supporta i compagni, è importante dentro e fuori dal campo. Uno così serve durante le partite ma anche nelle dinamiche dello spogliatoio, contribuisce a fare gruppo".
In passato non è stato capito il suo valore?
"Parliamo di un calciatore da grande squadra. Non sempre ha avuto la possibilità di giocare per grandi obiettivi. A Roma è contento, è in un club vincente, la famiglia è felice, si è fermato dopo aver cambiato tanto. Così sta riuscendo a dare il 100%, sono convinto che aiuterà la Lazio a raggiungere i suoi traguardi".
Lazio da scudetto se ripartirà il campionato?
"Certo, anzi me lo auguro. Ora il campionato è fermo, quando ripartirà non sarà facile, la Juventus ha tantissimi campioni. Ma anche la Lazio può giocarsi le sue chance. Faccio il tifo da qui".
L’ultima volta che l’ha sentito?
"Alla fine dell’anno scorso per le feste, abbiamo un bel rapporto. Mi ha appoggiato quando ero ct dell’Ecuador, abbiamo vissuto una bella esperienza, quelle eliminatorie non furono semplici. Sono contento di averlo conosciuto e del suo rendimento in quel periodo".
Solo parole di grande stima...
"Felipe è un calciatore serio, ma sa scherzare e porta allegria nella squadra. Con me si rapportava nel modo giusto, aveva un approccio positivo come gli altri punti di riferimento di quell’Ecuador, per esempio Valencia".
Nella Lazio si divide l’attacco con Immobile...
"Un altro grande attaccante. Con lui in rosa non è facile trovare spazio, ma Caicedo è riuscito a convincere tutti, allenatore e compagni. Gli consiglio di restare la stessa persona che ho conosciuto e farà bene anche in futuro, non ho dubbi. È un vincente, un giorno mi piacerebbe rivederlo in Nazionale".
Come sta vivendo l’emergenza coronavirus?
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