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Notizie Lazio - mister Inzaghi
ROMA - L’inizio e la fine. A Bergamo i cattivi presagi della vigilia diventano ferite. Dopo 116 giorni di quarantena, c’erano le incognite della resistenza della Lazio e della sua condizione. I biancocelesti partono a mille, ma poi crollano come macerie. E Inzaghi in panchina non ha i cambi per invertire la sorte. La sconfitta così diventa inevitabile e il cerchio si chiude malamente. Dall’Atalanta all’Atalanta, dalla rinascita alla caduta che può valere un tricolore. Pure Inzaghi lo ammette: «Ora per lo scudetto diventa difficile». E’ normale a - 4 dalla Juve, anche se conforta un meraviglioso precedente. Perché se la Lazio sogna di ripetere un’impresa 20 anni dopo l’ultima volta, allora è giusto riallacciarsi alla storia: stessi punti di distacco dalla Vecchia Signora a 11 turni dalla fine del campionato (a 18 squadre) del 2000. Allora i ragazzi di Eriksson (a 46 punti contro 50) riuscirono a superare la corazzata bianconera all’ultima giornata con l’aiuto del meraviglioso diluvio di Perugia. Guai dunque a perdere la speranza, anche se all’orizzonte è pieno di nubi in vista della Fiorentina. Ciò che più preoccupa adesso sono le gare ravvicinate, i tanti infortuni e la ristrettezza della rosa. Da ieri pomeriggio però Inzaghi si rimbocca le maniche e lavora. Breve discorso alla squadra, bisogna cancellare subito la falsa ripartenza. Lui c'era nel 2000 e sogna da allenatore un'altra impresa.
Cittaceleste.it
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