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Pioli e Inzaghi
di Giulia Benedetti
ROMA - Forse è davvero solo una questione mentale. Altrimenti non si spiegherebbe da Benevento al Napoli una simile trasformazione. Contro le big la Lazio torna grande. Non solo contro il Borussia in Champions, ma in A pure negli scontri diretti contro Inter e Juve precedentemente. A fine campionato potrebbero rivelarsi decisive queste partite, ma a questo punto Lotito ha ragione: Inzaghi non deve più trovare nessun alibi alla propria formazione e pretendere sempre la massima concentrazione. Domenica si è rivista la fame, il cinismo sotto porta e una difesa in grado di proteggere la porta inviolata, com’era riuscito solo a Cagliari e Crotone. Questo atteggiamento fa riflettere, ma anche ben sperare per l’ultima gara dell’anno solare. C’è il Milan capolista per segnare la definitiva resurrezione biancoceleste. Inzaghi ritrova uno dei suoi maestri nonché predecessore. Vuole battere di nuovo Pioli a cui subentrò ad aprile 2016 dopo un derby fatale. Sinora la sorte è sempre stata dalla parte di Simone, tranne quando lo ha incontrato proprio su una panchina milanese. Ironia del destino, contro Stefano da Parma sei vittorie per Simone e solo due sconfitte: Inter-Lazio (3-0) del dicembre 2016 e lo scorso 20 luglio (0-3) contro il Milan, la gara che segnò la fine (a -7 dalla Juve) di ogni sogno tricolore già prima di Lecce. Mancheranno per fortuna Ibra, che siglò il raddoppio su rigore, e lo squalificato Kessie. Ma Pioli spera di recuperare almeno Rebic (ultimo marcatore) per l’antivigilia di Natale. E intanto, parlando del mercato della Lazio, arrivano grosse indiscrezioni: >>> "9 trattative possibili a gennaio!"<<<
Cittaceleste.it
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