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ROMA - Si è arrivati ad una sorta di empasse istituzionale, aggravato dal fatto che sul protocollo sanitario da attuare ci sono ancora dei consistenti lavori in corso. La realtà, arrivati a questo punto, è che il calcio è nelle mani della politica: la decisione finale - tra ripresa è chiusura - sarà squisitamente politica. E meno male, perché gli scienziati sono contrari e lo sarebbero per chissà quanto tempo, non vedendo infatti le condizioni mature a livello sanitario per giocare a calcio.
NELLE MANI DI CONTE - Presto ci sarà un incontro tra la FIGC ed il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Un faccia a faccia chiaro, volto a portare tutte le questioni sul tavolo, ma soprattutto volto al prendere una decisione comune e definitiva. Conte è aperto alla possibilità di riprendere, non ne fa solo un discorso sanitario ma anche di indotto economico. L'opposizione parlamentare preme affinché venga dato il via libera, anche una parte della maggioranza è d'accordo - così come lo stesso Conte secondo voci che trapelano da Palazzo Chigi - rimane una residua ala governativa che è guidata da Spadafora ad opporsi categoricamente. Sarà un braccio di ferro, dunque, ma un braccio di ferro politico. E la FIGC farà valere la sua voce.
IL PREMIER FRENA - Ma le sensazioni non sono di certo positive. La conferenza stampa di ieri sera ha offerto anche la possibilità di capire a che punto siamo per quel che concerne il calcio: "Ci sono tanti appassionati. Il Ministro Spadafora è molto responsabile. Bisogna aspettare che ci siano le condizioni per riprendere il campionato in massimo sicurezza. In questo momento non c’è una data di ripresa, spero che arrivi quanto prima".
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