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gazzanet
ROMA - Ora Jorginho è diventato uno dei migliori registi a livello europeo, ma l'italo-brasiliano ne ha dovute passare tante prima di prendersi tutti i meriti.
Tre i tanti argomenti discussi a Tuttomercatoweb.com ecco come ha parlato del rapporto col suo primo procuratore: "Trasferirmi in Italia all'inizio è stato facile, stavo vivendo il mio sogno. Poi è iniziata la routine: allenamento, scuola, casa, scuola, allenamento. È tutto quello che ho fatto per 18 mesi, avevo 20 euro per vivere in settimana e non potevo fare altro. Mi allenavo e andavo a scuola, e basta. Giocavo nella Berretti del Verona, lì ho conosciuto Rafael e siamo diventati amici. Mi ha chiesto come me la passassi e gli ho detto che vivevo con 20 euro a settimana. Ha detto "Aspetta un attimo, qualcosa non torna". Ha fatto alcune ricerche e ha scoperto che il mio agente prendeva soldi senza che io ne sapessi niente".
E poi su Mandorlini: "Quando l'anno dopo sono tornato al Verona, nel frattempo promosso in Serie B, il tecnico Mandorlini mi ha detto che non avevano bisogno di me, che avevo giocato soltanto in C2. Uno dei dirigenti che conoscevo si è impuntato per me, ha discusso col tecnico. A ottobre non avevo ancora mai giocato e pensavo di andarmene a gennaio, poi il titolare nel mio ruolo si è infortunato e anche la sua riserva naturale era out. Il tecnico non sapeva se improvvisare o scegliere me. Ho giocato io e ho fatto bene, sono rimasto e da allora lui mi ha aiutato molto e ha fatto tanto per me".
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