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ROMA - Se c'è un aggettivo che si può accostare a questa Lazio è sicuramente quello di "imprevedibile", i risultati dicono questo.
La squadra di Inzaghi è la regina dell'altalenanza. A marzo vince contro Roma e Inter. Inizia aprile ed ecco i tonfi contro Spal, Sassuolo e addirittura il Chievo retrocesso (la sconfitta col Milan ci poteva anche stare). Poi torna a San Siro contro i rossoneri e si prende la finale di Coppa Italia, e qualche giorno dopo ottiene tre punti a Marassi contro la Sampdoria. Un sali scendi che però è arrivato ad un bivio. D'ora in avanti è finito il margine d'errore. Il "famoso" quarto posto dista quattro lunghezze a 4 giornate dalla fine, e il 15 maggio c'è l'ultimo determinante atto della coppa nazionale. Un finale di stagione a dir poco impegnato. Ecco come lo vede l'ex calciatore della Lazio Gabriele Podavini. Di seguito le sue considerazioni in esclusiva per Cittaceleste.it.
Come si spegano le vittorie di San Siro e Marassi dopo il tonfo casalingo col Chievo?
"Personalmente penso che sia stata una reazione d'orgoglio, perché la Lazio non poteva essere così brutta da vedere come quella che è scesa in campo contro il Chievo. In queste due gare, sarà stato lo sfogo di Lotito o la voglia di rivalsa, si è vista veramente una grande squadra, una compagine di alto livello. Mi sembrava di vedere la Lazio dello scorso anno, anche se gli attori erano diversi. Sembra cambiata la mentalità. Sicuramente il problema di questa squadra è la testa. A renderlo noto i due tempi contro la Sampdoria. Nel primo la squadra di Inzaghi ha dominato. Nel secondo invece i blucerchiati, nonostante in dieci, hanno messo fin troppo in difficoltà i biancocelesti. È stato sbagliato fare troppo possesso palla. Poi il gol ha dato entusiasmo ai tifosi doriani che ci hanno messo del loro. La Lazio ha rischiato".
Secondo lei ora Inzaghi come deve comportarsi con gli attaccanti? Spazio ancora a Caicedo?
"Sicuramente deve farli ruotare in modo che rimangano sempre partecipi tutti e tre. Ciro (parla di Immobile, ndr) lo sappiamo, se si sblocca può fare veramente la differenza. Mancano porche partite però, e bisogna schierare chi sta meglio. Caicedo si sta dimostranto molto affidabile. E poi c'è Correa. Questo ragazzo ha di quelle giocate che fanno stropicciare gli occhi. A volte gioca troppo di fioretto, ma glielo perdono perché quando entra in area sembra che stia facendo lo slalom speciale. Perciò il mister (parla di Inzaghi, ndr) non deve trascurare il momento di grazia di Correa e Caicedo. Io Immobile lo farei sempre giocare per carità, lui in ogni partita minimo due occasioni se le crea sempre. Quest'anno però gli dice anche male, e ora bisogna dare fiducia a chi sta dando più garanzie viste le poche partite rimaste".
Ad oggi chi considera maggiormente favorita per il quarto posto?
"In queste ultime gare la Roma potenzialmente potrebbe fare nove punti. È una bella bagarre quella per il quarto posto. Ora si è inserito di prepotenza anche il Torino. Ho visto la gara contro il Milan ed è una grande squadra. Poi c'è l'Atalanta, la quale non è più una sorpresa, ma una realtà. La Lazio sta bene, ma diventa fondamentale la sfida di domenica. Con la vittoria dei biancocelesti aumentano le proprie speranze, ma anche in quel caso sarà dura perché l'ultima sarà a Torino contro i granata. La squadra di Inzaghi deve solo vincere da qui in avanti c'è poco da fare, anche pareggiando domenica diventerebbe difficile".
Che partita sarà la finale di Coppa Italia contro l'Atalanta?
"Sicuramente sarà una partita bellissima. Si ritroveranno di fronte due squadre che giocano il miglior calcio in Italia, inteso come gioco collettivo. Sarà una bella partita perché Lazio e Atalanta giocano a viso aperto. Se i biancocelesti giocano come sanno secondo me hanno buone possibilità contro una comunque grande Atalanta. La mole di lavoro di entrambe gli ha permesso di arrivare meritatamente in finale di Coppa Italia. La Lazio ha tutto buoni giocatori, ma se avesse qualche campione sarebbe da Champions giocando così. Chi potrà essere protagonista il 15 maggio? Sicuramente nella Lazio mi auguro che Ciro si prenda la sua rivincita dopo un'annata un po' avara di soddisfazioni personali. Nell'Atalanta invece vedo più protagonista il collettivo. Se proprio devo dirne uno su tutti dico Ilicic, lui è veramente un gran giocatore".
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