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ESCLUSIVA – Mino Caprio: “Questa Lazio manca di personalità, ma col Milan si può fare”

redazionecittaceleste

Le parole dell'attore e doppiatore Mino Caprio, noto tifoso della Lazio, sulla sfida contro il Milan e non solo

ROMA - Si avvicina Milan-Lazio. Domani alle ore 20:45 a San Siro andrà in scena la semifinale di ritorno di Coppa Italia.

Per i biancocelesti sarà una sfida determinante. La stagione della squadra di Inzaghi passa dal Meazza. Dopo la bella vittoria contro l'Inter la Lazio è piombata in una serie di risultati a dir poco negativi, l'ultimo in casa contro il già retrocesso Chievo (1-2). L'unica nota positiva è stata la vittoria nel recupero della 25esima giornata di Serie A contro l'Udinese, ma è troppo poco se si vuole puntare al quarto posto. Intanto però, ecco che arriva il bivio per un altro obbiettivo stagionale: la Coppa Italia. Che speranze ci sono per i biancocelesti? Abbiamo chiesto questo e molto altro al celebre attore e doppiatore Mino Caprio, gran tifoso laziale. Ecco come si è espresso in esclusiva per Cittaceleste.it.

LE PAROLE DI MINO CAPRIO

Milan-Lazio è la partita della stagione per i biancocelesti?

"Attualmente sì. Dopo la disfatta imprevista col Chievo che lascia veramente tanti dubbi, sicuramente domani è la partita della stagione. Non so come pronosticarla. Con la Lazio è sempre difficile. Quando è sfavorita ecco lì che ti stupisce, ma quando il pronostico le sorride va incontro a figure come quella di sabato scorso. La partita contro il Milan sarà difficile, ma secondo me con la giusta concentrazione e la giusta grinta come visto contro l'Inter, sia in coppa che in campionato, allora è un altro paio di maniche. Di certo non la vedrò con tanto entusiasmo ottimistico con quelle aspettative di qualche settimana fa o dell'anno scorso, quando il calcio della squadra di Inzaghi era sublime".

Come si può spiegare la brutta figura contro il Chievo?

"È una questione di personalità. Ai ragazzi del '73-'74 non c'era da spiegare nulla in termini di attributi. Quelli di oggi invece, non me ne vogliano, ce ne hanno un po' pochina di personalità. Dal discorso mi sento di escludere solo Acerbi che considero un vero leader. Uno di quelli che sa usare la testa, non che reagisce alla Radu o alla Milinkovic. Il carattere di questa Lazio dipende anche dal mister. Simone (parla di Inzaghi, ndr) sembra ancora non abbia imparato la leazione di Crotone dello scorso anno. Deve essere lui a trasmettere la grinta. Se esci molle e passeggi (la stanchezza ci sta, ma ce l'hanno anche le altre squadre), è giusto che non ottieni nulla. Ci vuole il carattere dell'allenatore, e lui solo sa come stanno i suoi giocatori. Sa se in settimana c'è qualcosa che non va. A volte sembra mancare la voglia di vincere a questa Lazio".

Che reazione si aspetta dalla Lazio domani, considerando anche il famoso siparietto Kessié-Bakayoko?

"Mi aspetto quello che avrebbero potuto fare i ragazzi del '73-'74. Loro si sarebbero sicuramente vendicati. Ricordo Lazio-Ipswich Town, io c'ero. Mario Facco, neanche un titolare fisso della squadra di Maestrelli, andò dall'arbitro e gli dette un calcio. Una reazione esagerata che però dimostrava l'attaccamento e la grinta di quel gruppo. Ora non voglio dire che i biancocelesti devono prendere di mira Kessié e Bakayoko, ma devono sfruttare quel che è successo per dare il massimo domani. A parti inverse sono certo che avrebbero mobilitato il Parlamento italiano. E' stata una "coglioneria" di due ragazzi immaturi. Mi auguro che sul campo la Lazio torni ad essere consapevole del proprio valore e basterà quello contro il Milan. Non serve violenza, ma la giusta aggressività agonistica, perché io sono convinto che la squadra di Inzaghi non sia da meno delle altre pretendenti al quarto posto, e anche dell'Inter".

Questa Lazio quante speranze possiede ancora per il quarto posto?

"Personalmente ho poche speranze dopo i fatti delle ultime settimane. Se la Lazio però inanella tante vittorie allora vedremo. Attualmente dico che i biancocelesti non meritano la Champions. Da amante del calcio, secondo me tra tutte la merita l'Atalanta per quello che sta facendo vedere. Se però i biancocelesti cambiano rotta, allora diventano un'altra squadra e possono ancora sperare. Lo stesso Milan, l'Inter, la Roma, tutte hanno perso punti per strada dimostrando alti e bassi. Capita. Quello che rimprovero a Simone (parla ancora di Inzaghi, ndr) è di non aver messo in panchina ultimamente il nostro Ciro (Immobile, ndr). Il bomber si danna in campo, non gli si può dire nulla per l'impegno, ma dal punto di vista mentale è ai minimi termini. E oltre a lui anche qualche "anzianotto" come Radu ad esempio".