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ROMA - Entusiasti o stanchi? L’uno e l’altro: entusiasti, perché le nazionali consegnano alla Lazio molti giocatori che hanno vissuto giornate speciali, alcune addirittura indimenticabili; e stanchi, perché i viaggi e le partite tolgono inevitabilmente energie. «Ma io preferisco avere calciatori che giocano in nazionale perché significa che sono forti e spesso tornano felici, così quasi non avvertono la fatica», diceva un celebre allenatore del Nord.
E' un principio che Inzaghi può fare suo dopo quanto accaduto in questi giorni di partite disputate in giro per il mondo. Il più felice tra i felici è Valon Berisha, il quale sembra rinato tutto assieme. Il centrocampista su cui la Lazio puntava tanto un anno fa, e che invece per dodici mesi è passato da un problema fisico all’altro, torna dal doppio impegno con il Kosovo assolutamente rigenerato: un assist nella prima partita, vinta contro la Repubblica Ceca, e addirittura due gol nella seconda, niente meno che in Inghilterra. È vero che la sua squadra ha perso 5-3, ma la notte di Southampton resterà per sempre come una pietra preziosa nel suo percorso di calciatore: quanti possono vantarsi di avere segnato una doppietta agli inglesi? Inzaghi ha sempre creduto in Berisha e adesso il kosovaro può davvero diventare il centrocampista in più che la Lazio cercava dopo avere ceduto Badelj: a Ferrara non giocherà, ma secondo il Corsera sarà titolare a Cluj nella gara che segnerà il debutto europeo dei biancocelesti. Così come in Romania avrà spazio Vavro, anche lui reduce da una bella vittoria in Ungheria con la Slovacchia (ha giocato centrale nel 4-4-2 accanto all’interista Skriniar). Milinkovic-Savic è stato protagonista della rinascita serba in Lussemburgo. L’avversario non era trascendentale, ma Sergej – schierato trequartista nel 4-2-3-1 – si è inventato gli assist per i gol di Radonjic e Mitrovic: una sottile vendetta sul c.t. Tumbakovic che lo aveva escluso nella prima partita, scatenando le ire dei tifosi. Anche l’Italia, finalmente, restituisce alla Lazio due giocatori con un sorriso largo così: Immobile ha ritrovato il gol azzurro, Acerbi si è conquistato quel posto da titolare a cui tanto teneva (l’infortunio di Chiellini gli ha aperto la strada) e ha dimostrato sul campo di meritarlo. Qualche inquietudine la solleva solo Correa, il quale ha visto dalla panchina la partita che l’Argentina ha stravinto con il Messico negli Stati Uniti nella notte tra martedì e ieri: domenica a Ferrara, a meno di sorprese, giocherà dall’inizio.
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