Il giorno dopo Italia-Spagna, gara che ha regalato agli azzurri la finale di Wembley di Euro 2020, si discute su chi ha fatto la differenza contro gli iberici. Tanti i giocatori sugli scudi, poche le delusioni. Tra i promossi, a pieni voti, sicuramente c'è Gigio Donnarumma e Federico Chiesa. Il primo ha praticamente tenuto in vita, quasi da solo, la squadra. Compiendo almeno tre/quattro interventi prodigiosi in partita, prima del rigore decisivo neutralizzato a Morata nella serie dal dischetto. Il figlio d'arte, invece, è stato protagonista di un'altra grandissima prestazione. Prima la rete, con un tiro giro alla Insigne, poi tante giocate di qualità. Fino all'uscita di scena, nel secondo supplementare, a causa delle troppe energie spese e qualche acciacco di troppo. Altri giocatori che hanno ben figurato sono sicuramente i centrocampisti Jorginho e Verratti. Il primo, in particolare, con il rigore decisivo nella serie di cinque. Con una freddezza e tranquillità propria solo dei più grandi. Buone anche le prove di Di Lorenzo ed Emerson Palmieri.
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I promossi e i bocciati di Italia-Spagna: Immobile da rivedere
Il giorno dopo Italia-Spagna, gara che ha regalato agli azzurri la finale di Wembley di Euro 2020, si discute su chi ha fatto la differenza contro gli iberici
Immobile ancora in difficoltà
Sufficiente la difesa: Bonucci e Chiellini hanno risolto alcune rogne, ma sono stati anche protagonisti di qualche incertezza di troppo come sul gol subito con un'imbucata centrale. Come dichiarato dallo stesso Bonucci a fine gara "è stata una delle gare più difficili della mia carriera". In difficoltà anche il subentrato Toloi così come Locatelli (l'unico a sbagliare il rigore). Anche Barella non è sembrato ai suoi soliti standard, mentre per quanto riguarda l'attacco c'è qualcosa da rivedere. Insigne non ha bissato la prova contro il Belgio, mentre Immobile è apparso ancora una volta in difficoltà. Non è facile, soprattutto contando che c'è un paese intero pronto a chiedere l'esclusione dell'attuale Scarpa d'Oro. Immobile è diventato il bersaglio preferito di molti. Tanto da spingere Mancini a giocare per alcuni tratti del secondo tempo con il falso nueve. Di sicuro, comunque, in finale ci vorrà un altro Ciro.
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