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calcio
Serie A: Gasperini e Gomez
Come aveva promesso in tempi non sospetti, Alejandro Gomez ha vuotato il sacco. Il fantasista argentino, ai microfoni de La Nacion, ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a dire addio all'Atalanta: "Eravamo a giocare in Champions League contro il Midtjyllan e ho disobbedito ad un'indicazione tattica del mister. Mancavano appena dieci minuto all'intervallo e Gasperini mi aveva chiesto di giocare a destra, ma io ero consapevole che a sinistra stavo giocando bene. Non ha preso bene la mia risposta e si è arrabbiato. Già durante quell'intervallo ho capito che mi avrebbe escluso dal club e così è stato. Ma nello spogliatoio ha superato ogni limite cercando di aggredirmi fisicamente".
Una storia d'amore tutt'altro che a lieto fine quella tra il Papu e Gian Piero Gasperini. I due insieme hanno contribuito alle recenti fortune della Dea ma a quanto pare non sempre ciò che fa vedere il campo rispecchia la quotidianità. Specialmente per quanto riguarda i rapporti personali. Nel prosieguo di questa chiacchierata il calciatore sudamericano è entrato ancor di più nel dettaglio: "Dopo che ha provato a picchiarmi ho detto basta. Ho giudicato intollerabile un atto del genere. Perciò ho chiesto al presidente di incontrarmi e lì gli dissi che non avrei avuto problemi a continuare la mia avventura con l'Atalanta. Da capitano ho capito di non essermi comportato bene io in primis, dando il cattivo esempio disobbedendo al mister. Ma ho detto al presidente che avevo anche bisogno delle scuse di Gasperini. La risposta della dirigenza è stata che aver provocato l'allenatore per loro era inaccettabile. Il giorno seguente c'è stato un incontro con il resto della squadra e ho fatto le mie scuse a Gasperini. Tuttavia lui non ha contraccambiato e lì ho chiesto al presidente la cessione. Da quel momento è iniziato un tira e molla dove a rimetterci sono stato io. Prima di andare via mi sono dovuto allenare con le riserve".
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